mercoledì 17 luglio 2019

RECENSIONE: “ Dolce come il fiele” di Sara P. Grey

VIII Tappa Review Party
Benvenuti all’ottava tappa del review party “Dolce come il fiele” il romanzo che segna il debutto di Sara P. Grey nelle file della DRI Editore.

 

 
Titolo: "Dolce come il fiele"

Autore: Sara P. Grey

Collana: DriEditore Brand New (vol.2)

Editore: Dri Editore

Genere: Chick-lit - Numero Pagine: 278

Formati disponibili: ebook 2.99€ / cartaceo 14.99€
 

INGREDIENTI:

1 chef pâtissier dal caratteraccio impossibile (a temperatura ambiente)

1 pasticcera adorabilmente testarda (NON agitare prima dell’uso)

Zucchero e fiele q.b

Peperoncino 1 pizzico

PER STUZZICARE/DECORARE:

Scarpe rosse 1 paio

Divisa da chef, che metta in risalto i muscoli – a piacere

Asciugamano 1, il più striminzito possibile


PROCEDIMENTO:

Gettare lo chef e la pasticcera sotto i riflettori del talent show culinario più gettonato della stagione, mescolare con abbondanti battutine e un pizzico di agrodolce e lasciar macerare nel disdegno reciproco fino a che non cominciano a far scintille. Ottenuta la miscela esplosiva, gustare con abbandono. E non ti preoccupare se sembra la ricetta per un disastro assicurato, alcune delle preparazioni più riuscite della storia sono il risultato di errori inaspettati...

"Dolce come il fiele" è una bellissima storia d’amore, ambientata sotto i riflettori di un reality di pasticceria stile Bake Off.
Letizia Amalia Visconti, la nostra protagonista è una brillante pasticcera, famosa per i suoi cupcake, che vive e lavora a Parigi da quando è morta sua madre. È tornata in Italia dopo 10 anni di lontananza perché convocata da suo padre, titolare e capo indiscusso della Pasticceria Visconti, convinta che il genitore abbia messo da parte le ostilità.

“Io ho soltanto risposto alla telefonata in cui mio padre mi chiedeva di tornare a casa per una questione urgente.» Dopo dieci anni di silenzio, avrebbe voluto aggiungere, ma non lo fece. Non era lei ad avere la coscienza sporca, in quella storia.”

Ma la sorpresa che trova non appena varca la soglia della pasticceria, non assomiglia neppure lontanamente a qualsiasi cosa Amalia pensasse di trovare: un set televisivo e un pasticcere da urlo.

“Brivido che si trasformò in qualcosa di più complesso non appena diede un’occhiata oltre le spalle del padre, per notare ciò che era appena uscito dalle porte del laboratorio: un perfetto e rarissimo esemplare di maschio appena sfornato dalla catena di montaggio. Pronto per l’arena, per mietere cuori di donna e mangiarseli a colazione” ........ “l’uomo che li stava raggiungendo a grandi passi era alto, moro e bellissimo, e sfoggiava un corpo da invidia egregiamente fasciato da una divisa che lasciava poco spazio all’immagginazione. Di belli e bellocci ne aveva visti, in vita sua, ma quello meritava una categoria a parte.”

Lorenzo Ardanti chef pâtissier, non che braccio destro di suo padre e ovviamente giudice del reality, con la sua fissazione per le bacche di vaniglia e il pan di Spagna bagnato al punto giusto, ricorda un celebre giudice. Ma quello che Amalia ignora, è che suo padre ha concesso la pasticceria come location per la trasmissione e lei ne è la dodicesima concorrente.
All’inizio rifiuta con un categorico NO, anzi crede che tutto sia uno scherzo, ma quando Lorenzo la incalza facendo leva sul suo orgoglio, mettendo in dubbio le sue doti di pasticcera, ad Amalia non resta che lasciarsi coinvolgere, non senza però tirare fuori le unghie. E non si rende neppure conto che la sua presenza ha risvegliato in Lorenzo qualcosa.

Dopo una giornata intensa di riprese, Amalia può finalmente andare a casa, nell’appartamento sopra la pasticceria dove abitava da ragazza.
E qui farà un’altra spiacevole scoperta: tutti i ricordi legati a sua madre sono scomparsi e la vecchia camera della mamma è diventata anonima come una stanza d’hotel; ma la sorpresa più sconvolgente sarà scoprire che adesso è la stanza di Lorenzo: dovranno vivere sotto lo stesso tetto.
Da qui in poi sarà uno scontro verbale e sensuale quello tra Amalia e Lorenzo, fatto di capricci, dispetti, gelosia, ma anche di complicità e comprensione.

Il romanzo è ben scritto, scorrevole, con dialoghi ben strutturati. È divertente, ci sono passaggi in cui ridere fino alle lacrime, e altri in cui le lacrime scorrono invece per le emozioni e i sentimenti sopiti, soprattutto quando Amalia riesce finalmente ad avere un confronto con il cuore di suo padre. (Lì devo ammettere di essermi commossa)
Amalia è tosta, testarda, ed è molto orgogliosa, e non cederà tanto facilmente su nessuno dei fronti. Quando crea in cucina lo fa con amore e passione, e Sara, l’autrice, riesce a trasmettere questa passione attraverso le pagine del romanzo. Mi sono ritrovata nelle atmosfere del film Chocolat.
Lorenzo è ovviamente bello, “bello come il diavolo di quella serie TV che le piaceva tanto... e altrettanto farfallone”, capace nel suo lavoro e molto determinato.

Durante la storia faremo la conoscenza di Misha, il coinquilino gay, socio e grande sostenitore di Amalia, che vive con lei a Parigi.
 “Nessuno la conosceva meglio di quella strana fata madrina che aveva per migliore amico, e in quel momento gliene fu immensamente grata”

Di Dimitri, il ricco principe russo, dai modi un po’ da stalker, fissato con Amalia e le sue creazioni dolci.
“....avere uno stalker virtuale che adorava il modo in cui faceva i dolci e che sapeva anche dove trovarla era già grave, ma dargli altri motivi per fissarsi su di lei...  «Continua così, principessa. Forse ci vedremo quando uscirai di qui?”

E non dimentichiamo le Lolly, le scarpe rosse, che come nel mago di Oz sono magiche.
"Le Lolly, come le avevano scherzosamente ribattezzate, non erano soltanto un paio di scarpe, ma un’istituzione. Erano i tacchi a spillo delle grandi occasioni, l’equipaggiamento che ogni donna avrebbe dovuto poter sfoderare per sentirsi “di più”: più donna, più forte, invincibile, irresistibile, inarrestabile, furba, desiderabile... erano ciò che le serviva per camminare sui cadaveri dei propri nemici." 

Il finale lo lascio alla vostra immaginazione, la storia merita tutto il vostro tempo e anche di più. È una lettura piacevole, una di quelle storie d’amore che si rileggono ogni tanto, per scaldarsi il cuore quando ce n’è bisogno, come una coperta di Linus o come un comfort food per restare in tema.
Per me le valutazione è un 5/5 abbondante.
Mi raccomando leggetelo, non ve né pentirete.
Silvia


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