martedì 6 agosto 2019

RECENSIONE: “Profumo di Mare” di Sara Pratesi e Fabiana Andreozzi


Titolo: Profumo di mare
Autore: Fabiana Andreozzi e Sara Pratesi
Editore: Darcy edizioni
Genere: romanzo breve (collana seasons) - rosa contemporaneo
Costo: 1.99€ in ebook - 10€ cartaceo - gratis con KU - in offerta a 0,99€ in preorder e per i primi giorni
Pagine: 200 circa

Trama:Ci sono cose che non tramontano mai, che restano immutate nel tempo; la bellezza di un bagno nel mare cristallino a mezzanotte, i falò sulla spiaggia cantando stonate canzoni accompagnate da una chitarra, il gelato in un’afosa giornata estiva, i primi batticuori, i primi baci, le prime volte, i primi amori e il profumo del mare.  
In un’isola immersa nelle acque dell’arcipelago toscano, il tempo sembra tornare indietro a giorni lontani quando, durante le vacanze, Allegra ritrova il suo vecchio “amico”, che amico poi non era, per lei lui era il Demonio, che tramutava il paradiso marittimo, in un inferno fatto di dispetti e battibecchi.  
Eppure adesso lui non è più un bambino di tredici anni, lei non ha più i denti da latte… adesso lui è un uomo e lei una giovane donna che resta subito affascinata da quegli occhi di caramello. Peccato che lui resti sempre il solito ragazzino dispettoso e irritante.  Stare lontani, quando si ha a che fare con i primi amori, è difficile e riuscire a controllare le emozioni, che esploderanno come onde sugli scogli di Pomonte, non sarà semplice.  E se l’unico ricordo di questa estate, di queste emozioni, fosse solo un profumo di mare?

RECENSIONE: 
Benvenute a tutte, oggi vi presento il nuovo romanzo scritto a quattro mani da Sara Pratesi e Fabiana Andreozzi, “Profumo di mare” edito dalla Darcy Edizioni, e che inaugura la collana “Seasons”. Partecipo con piacere alla tappa del Review Party, e ringrazio la Darcy per avermi fornito la copia ARC del romanzo.

La storia di Allegra e Luca inizia nel prologo dove li conosciamo bambini, mentre trascorrono all’isola d’Elba le vacanze estive con le loro famiglie. Luca di poco più grande di lei, si diverte a farle i dispetti, la punzecchia, e lei cerca di stare alla larga da quel ragazzino molesto, rifugiandosi nei suoi amati libri.

Quando li ritroviamo sono passati 7 anni. Allegra ha 17 anni e studia a Firenze dove frequenta il liceo scientifico assieme ad Iris, la sua migliore amica. Dopo la letture dei cartelloni con i risultati finali, le due amiche si ritrovano a discutere di come e dove trascorreranno le vacanze, e Allegra invita Iris a passarle con lei all’isola d’Elba a casa dei nonni, come faceva da bambina, assieme alla sua comitiva di amici che lì incontra ogni anno.

E Luca dove sarà finito? Beh, dall’altra parte del mondo: adesso è in Australia, da quando suo padre è stato trasferito lì per lavoro e si è portato dietro la famiglia. Luca ha 20 anni e frequnta l'università e si è appassionato a tutti gli sport che lo fanno stare a contatto con la natura e che non gli fanni rimpiangere l'isola d'Elba. E' diventato un bel ragazzo, e non disdegna la compagnia di una bella donna, anche se solo per una notte. La notizia che i suoi genitori tornano in Italia per trascorrere le vacanze, lo rende euforico, perchè spera di fare feste e baldoria in loro assenza.

"Con i miei fuori da casa già mi vedo a darmi alla vita sfrenata, alcol, feste, donne e tanto sano divertimento".

Quando la madre gli comunica che dovra andare con loro, Luca protesta, dicendole che è in grado di badare a se stesso; ma lei insiste e gli dice che lo fanno perchè la nonna non sta bene, e a quel punto Luca cede alla richesta, e nella sua mente affiorano i ricordi di quelle vacanze fatte da bambino. 

"Mamma mia, che ricordi mi porta in mente mia madre: i dispetti a Gramy, i suoi piagnistei, mi sembra roba di un secolo fa e in effetti, un secolo è passato da quei giorni, eravamo solo ragazzini, lei una bimbetta noiosa e insignificante e io mi divertivo a tormentarla… Diciamo che era uno dei passatempi con cui mi trastullavo sull’isola".

Ma il pensiero di non rivedere più la nonna lo fa sentire in colpa, e cosi parte per le vacanze trascinadosi dietro il suo migliore amico Logan entusiasto di venire in Italia per poter imparare la lingua.

Quando arrivano sull'isola, per un caso fortuito incontra Allegra in spiaggia con le sue amiche, ma lei non lo ha riconosciuto, e lui approfittando di questo, dice di chiamarsi Nathan. Luca però ha capito, la riconosce da un gesto, e da una voglia che Allegra ha sulla gamba. E rimane molto colpito da quanto adesso lei sia bella, una per cui varrebbe la pena battersi in una rissa. 

"Quella nel mezzo, la più taciturna, mi ha proprio tolto le parole; i capelli lunghi e neri erano bagnati e sfioravano le anche, il seno non troppo grande chiuso nel triangolo arancione con le frange le stava da Dio e la bocca carnosa era divina, per non parlare degli occhi verdissimi. Quasi ero tentato di approcciare proprio quella tipica bellezza italiana, ma poi un dettaglio mi ha riportato con la mente indietro di quasi dieci anni: l’ho vista leccarsi via il sale dalle labbra. Conosco solo una persona che lo faceva sempre, solo una. Così l’ho guardata con più attenzionee quando l’amica mi si è presentata, ho potuto scrutare meglio la morettina e quella voglia sul fianco, quella piccola voglia di fragola a forma di àncora, mi ha dato la conferma di ogni sospetto. Era lei.
Devo ammettere, mio malgrado, che Gramy è decisamente migliorata crescendo, un fiore sbocciato. Da piccola me la ricordo con delle sopracciglia molto pronunciate e scure, il viso rotondo come una pallina e secca come un chiodo. Adesso ha messo su delle forme niente male, è sempre longilinea, ma ha i fianchi al posto giusto, anche le tette e, sì, diciamolo, anche un gran bel culo a mandolino. Persino di viso è diventata bella, lei non è “bona”… è proprio bella, che è diverso, una di quelle bellezze per cui i ragazzi potrebbero iniziare risse. Non so perché, ma mi destabilizza questo cambiamento". 

Quando poi si ritroveranno a casa, a cena tutti assieme con le rispettive famiglie, Allegra scopre che Luca è tornato, che gli ha mentito quando si sono incontrati in spiaggia e che il suo perggior incubo si è materializzato: lui riprende a tormentarla come quando erano bambini, anche se le rispettive nonne, fanno notare che chi disprezza, compra.

"In un battito di ciglia torno indietro di anni, un tuffo non voluto in ricordi che non sempre sono piacevoli. Di colpo torno bambina, alle assolate estati nascosta dietro un libro, proprio come ora. Quelle estati in cui quel maledetto Demonio mi dava il tormento, non c’era un angolo di quest’isola in cui potessi nascondermi dalle sue persecuzioni. Mi ricordo ancora quell’ultima volta nel bosco, la paura provata, istanti di terrore prima di scoprire che era sempre opera sua e nulla potevo escogitare per restare in ombra e invisibile ai suoi occhi".
 
La storia prosegue con un'atmosfera spensierata, tra battute e dispetti che Luca continua a fare ad Allegra, con scenate di gelosia, di approcci più o meno velati, e con le intromissioni tra loro di Rachele e Daniele; circondati dalle bellezze dell'isola, in un'atmosfera romantica e  giocosa, ci metteranno un pò a capire che tutto quell'odio tra loro, in realtà nasconde ben altro. 
Io mi fermo qui, non voglio svelarvi di più, il libro è una piacevole lettura, scritto in modo scorrevole, con qualche intermezzo dialettale ben spiegato nelle note alla fine: i dialoghi, sopratutto quelli che si svolgono durante i pranzi con le famiglie, le battute delle nonne, che a me da toscana fa strano leggere, ma capendoli senza dover cercare le note, mi hanno reso la lettura più realistica. 
Se l'intento di Sara e Fabiana era quello di riportarci indietro nel tempo alle spensierate atmosfere del film "Sapore di mare", ci sono riuscite benissimo. L'ambientazione toscana c'è, non è Forte dei Marmi, ma l'isola d'Elba con il suo fascino selvaggio, ci sono gli amori estivi, quelli che si perdono con l'arrivo di un temporale, e quelli che durano e superano le difficoltà, ci sono le canzoni azzeccatissime, rigorosamente da cantare in spiagga intorno ad un falò.
 
La storia tra Luca e Allegra, l'amicizia, i tradimenti, ci stanno perfettamente e danno vita ad un romanzo fresco, spensierato, estivo, in cui ciascuna di noi può ritrovare la propria adolescenza. 
Brave, brave davvero. Voto 4,5/5


UN PICCOLO REGALO PER VOI DALLE AUTRICI


PROLOGO
Isola nel mediterraneo
Isola D’Elba, giugno 2012

Come ogni anno, di questi periodi, l’odore del pesce fresco che mia madre ha comprato stamani da Sandro, il pescivendolo, giù in paese che mi regala sempre qualche caramella all’anice anche se poi a me fa schifo, riempie tutta l’aria intorno a casa nostra. Il profumo agre della griglia, le voci di mio padre Giorgio e Claudio che ridono arrivano fino a qui, di sicuro stanno tenendo in mano una birra ghiacciata come fanno sempre, li ascolto appollaiata su questi scalini in pietra che si affacciano su una caletta minuscola fatta di grossi sassi grigi, su cui sta a malapena un asciugamano, che si gettano nel mare azzurro e trasparente di Pomonte.
Cavolo, ero quasi riuscita a far fare cinque rimbalzi al sassolino piatto che ho faticosamente trovato; me ne sto rintanata qui, a giocare tranquilla prima di correre su per la scalinata che mi riporterà a casa, dove mia madre avrà imbandito il grande tavolo di legno sbiancato dal sole con piatti e bicchieri colorati, bibite, vino per gli adulti e tante patatine che adoro sgranocchiare. Sollevo la testa verso due gabbiani che si rincorrono nel cielo terso; giusto una nuvoletta che sembra una pecorella smarrita imbratta il celeste e mi viene da sorridere pensando a La gabbianella e il gatto e subito volo con la fantasia, immaginando che stiano andando a cibarsi di aringhe per poi intraprendere una grande avventura.
Lancio un altro sasso e guardo attenta i rimbalzi sulla cresta dell’acqua.
«Uno… due… tre… quattro…» conto emozionata, sperando di battere il mio record di sei, ma un sasso più grande, all’improvviso, affonda la mia piccola pietra buttandola sott’acqua.
«Lo sapevo che eri stato tu!» Lo accuso puntandogli contro l’indice, Luca ride. Lo odio! Lo odio!
Quel ragazzino scemo mi dà sempre il tormento, quando leggo viene sempre a punzecchiarmi e a spruzzarmi l’acqua, rischiando di rovinare le mie pagine, e lui, in risposta, urla che sono una secchiona noiosa.
«Uff, quanto sei pallosa» sbuffa con quei capelli chiari che coprono la fronte, diventano sempre un po’ ricci quando li lascia asciugare all’aria. I suoi occhi marroni mi balzano addosso, ridenti, derisori. Lo odio, se non si fosse capito! Non so come Rachele, che ha un anno più di me, possa trovarlo carino e regalargli persino bigliettini a forma di cuore.
«Perché mi dai sempre noia?» chiedo arrabbiata, stringendo i piccoli pugnetti. «Sei antipatico e cattivo come tutti i tredicenni!»
«Disse quella che ha ancora i denti da latte!»
«Non fare il grande, tu i tuoi li hai persi del tutto un mese fa» ribatto fiera. «Io ho dieci anni, ma sono più intelligente di te, almeno io leggo!»
«Per questo nessuno vuole passare il tempo con te, Gramy.»
«Smettila di chiamarmi così.»
«Ma sei una gramigna, Gramy è simpatico.» Si avvicina, saltellando su quei sassi come una cavalletta, e si aggrappa a una ciocca dei miei capelli, che tira facendomi scappare un urlo più di rabbia che di dolore.
«Sei cattivo!» strillo rossa in viso.
«Vai, corri a fare la spia al babbo e alla mamma.» Mi fa il verso con una vocetta stridula e poi inizia a ridere di gusto; gonfio le gote, serro più forte i pugni e poi carico come un toro contro di lui, facendolo cadere con il sedere dentro il mare. Lui, sconfitto e bagnato dalle onde flebili, mi guarda con occhi sgranati e l’aria infuriata.
«Questa me la paghi» minaccia, rialzandosi con i calzoncini bagnati e pieni di sabbia.
«Prima devi prendermi!» Cocciuta rispondo per le rime, poi mi volto rapida e corro veloce su per la scalinata ripida. Via via che macino scalini, l’odore della grigliata e il suono delle voci dei nostri genitori si fa sempre più vicino e forte, ma proprio un attimo prima di riuscire ad avvicinarmi al gruppetto di adulti che conversano ridendo, mentre controllano calamari, gamberi e orate, mi sento afferrare per il vestitino azzurro, il mio preferito, e scorgo Luca che mi ha quasi acchiappata.
«Non mi faccio prendere da te» dico agitandomi e virando dalla parte opposta, verso la pineta. Continuo a correre dribblando gli alberi, cercando di scansare le pigne che sono cadute dai rami e ignoro lo scoiattolo che scappa sul tronco; non devo farmi prendere: se lui riuscirà ad acciuffarmi, so che mi farà un dispetto per farmi pagare il gesto di spingerlo in mare.
Quando mi volto per osservare se l’ho seminato mi blocco, notando che dietro di me non c’è più nessuno.
Esulto, ci sono riuscita! Ma adesso non so dove sia e non so se si è nascosto o se si è arreso ed è tornato verso casa nostra; sì, nostra, perché quel bambino antipatico vive con la sua famiglia proprio nella stessa casa, divisa in due abitazioni che condividono l’aia e tutto il giardino.
Il rumore secco di un ramo calpestato mi fa saltare per aria spaventata, cerco con lo sguardo tra le frasche da cui è arrivato quel rumore inquietante, ma non riesco a vedere nulla. All’improvviso mi torna in mente la storia che Luca mi ha raccontato qualche sera prima, durante un falò in spiaggia, quando ci eravamo allontanati dai genitori; la storia parlava di un galeotto fuggito di prigione qualche mese fa, diceva che si tratta di un pericoloso assassino di bambine, che le rapisce nel bosco e le porta in una casetta sperduta sulle montagne della Volterrana, una volta lì le lega, fa mangiare loro dei vermi e poi le uccide, mandando alle famiglie un pacco contente la loro testa mozzata con un seghetto. Non gli ho mai dato peso, ma la sera comincia a scendere veloce, il sole sta calando e nei dintorni si sente solo il frinire dei grilli. Poi, nel silenzio della pineta, un altro rumore sordo e quel che mi sembra una risata grave.
«Luca?» chiamo impaurita. E se fosse l’assassino di bambine? Se mi prendesse e mi facesse mangiare lombrichi prima di tagliarmi la testa? Ho paura e Luca non risponde, nessuno risponde, solo un altro passo nel fogliame secco.
«Luca, sei tu? Non è divertente!» Ma ancora nessuno risponde.
Voglio la mia mamma o il mio babbo, così comincio a fare dei passi indietro, senza staccare gli occhi dal groviglio di piante da cui ho sentito i passi e la risata.
Faccio movimenti lenti, cammino come un gambero, arretro guardinga, mentre sento il mio cuore battere furioso, come un matto.
«Allegra» sento dire il mio nome con una voce spaventosa e allora caccio un urlo terrorizzato e prendo a correre a perdifiato verso casa, sono così impaurita che corro più veloce del vento, guardando spesso dietro di me, ma dopo poche falcate mi ritrovo per terra, col sedere dolorante e il cuore in tumulto.
«Sei un idiota!» grido con quanto fiato ho in gola, appena mi rendo conto di aver sbattuto contro Luca che se la ride piegato in avanti sulle ginocchia magroline. È secco come un fuscello, ma lui non si è praticamente smosso, mentre io sono caduta sporcando l’abito che preferisco.
«Dovresti vedere la tua faccia, Gramy.»
«Non è stato divertente. Mi hai fatto una paura tremenda» brontolo alzandomi dolorante e con la voglia di mettermi a piangere. Ma non voglio farlo davanti a lui, anche se le lacrime pungono gli occhi peggio di spilli.
«Lo è invece, se solo tu potessi vederti, rideresti pure tu.»
«Lo dirò a Elena, a tua mamma, che ti metterà in punizione» minaccio lasciando perdere la lacrima che scende sulla guancia e mi incammino verso l’aia.
«Sei una spiona» borbotta lui che mi segue, ma ha perso tutta la sua sicurezza.
«Tu sei perfido.» Non lo guardo, nascondo il volto dietro i capelli neri che mi scendono come tende sui lati del viso, mi ha fatta piangere e odio quando lo fa, cioè molto spesso.
«Perché Elena e Claudio dovevano avere un figlio come te?» lo osservo, asciugandomi rabbiosa le lacrime con i palmi delle mani, mentre lui guarda verso il cielo.
«Noiosa che sei. Con te non ci si può divertire mai.»
«Perché tu ti diverti in modo stupido.»
«Tu sei stupida.»
«Ho letto più libri di te.»
«Perché sei noiosa come loro, ci credo!»
Mi fermo un attimo per emettere un suono gutturale tra i denti stretti per sfogare la rabbia, porca puzzola quanto lo odio! Non c’è pace con lui. Qualche attimo dopo lui si avvicina al mio orecchio a sussurrarmi: «Hai un ragno gigante sulla schiena.»
Lo sento ridere più forte, non appena io comincio a correre di nuovo sbracciando nel tentativo di toglierlo.
«Allegra? Che succede?» Mia madre mi corre incontro, mio padre e gli altri si zittiscono lasciando perdere tutto il resto e me li ritrovo tutti attorno. Mia mamma Rita è chinata con le mani sulle mie braccia impolverate.
«Luca mi dà noia, mi ha fatto paura e ha detto che ho un ragno, toglimelo!» la imploro in lacrime e mia madre, dopo avermi controllata bene, mi stringe al suo petto, lisciandomi i capelli neri.
«Non c’è nessun ragno, stai tranquilla.» Solo dopo altre rassicurazioni e carezze riesco a tranquillizzarmi, proprio un attimo prima di sentire Luca arrivare e la voce di suo padre Claudio che si fa profonda. «Ragazzino, sei in punizione!»


1 commento: