giovedì 27 giugno 2019

RECENSIONE: "Aspettando i naufraghi" di Orso Tosco

Buongiorno a tutte oggi voglio parlarvi di un libro diverso dal solito:  
Aspettando i naufraghi di Orso Tosco.

Con questo libro inizio la mia collaborazione con Leggere a Colori:  
il progetto letterario nato nel 2012 dall’idea dello scrittore Fabio Pinna.  
 

Sedici sono le persone sedute attorno al grande tavolo di legno nero e sedici sono le persone che si puntano una pistola alla tempia. Ma quindici soltanto sono i corpi che si accasciano al suolo dopo il boato delle esplosioni. Massimo, l’uomo in costume da bagno, non ha premuto il grilletto. Resta immobile, con la pistola spinta contro la tempia. Senza poggiare la pistola, risponde al proprio cellulare che ha cominciato a squillare. «Come stai?», dice Massimo schiacciando la bocca della pistola ancora più a fondo nella carne. «Sì, hanno staccato la luce. Vuol dire che sono vicini». E continua: «Ho deciso di venire, da te. No, no, da solo. Gli altri sono andati. Vengo da solo, papà»


Il mondo chiedeva misericordia… È questo il pretesto che i “Naufraghi” si danno per giustificare le loro azioni.  
Ed è nell’attesa che si manifestino queste azioni che si svolgono le vicende dei protagonisti, perché di protagonisti si tratta: non solo il personaggio di Massimo, filo conduttore nella narrazione, ma anche gli altri personaggi hanno importanza e un ruolo mai secondario, che rende Aspettando i naufraghi un romanzo corale dove le voci di ciascuno non possono essere ignorate. Neppure quella della morte.

Non meno importanti sono le descrizioni del paesaggio:

La città che Massimo attraversa ad alta velocità, ancor più del paesino che si è lasciato alle spalle, somiglia al set di un anomalo film apocalittico. 
Né il luogo dove è ambientato: un ospedale per malati oncologici in fase terminale. Lì ciascuno di loro cerca, nell’attesa, di recuperare qualcosa che la vita ha loro negato. C’è Massimo che ritrova suo padre, c’è Bibiana che scappa e si crede una santa, il dottor Malandra con il suo vizio, Olga la suora indifferente ai sentimenti, Guido l’infermiere sempre ubriaco, Mildred che scrive le sue memorie, poi Karima e Yassin e tutti gli altri, tutti che cercano di sopravvivere, di resistere. Perché la speranza finché c’è, tiene in vita le persone.

Aspettando i naufraghi è un romanzo crudo, diretto, realistico per certi aspetti, poiché le descrizioni dei luoghi, delle situazioni, dei personaggi sono cosi ben fatte che il lettore se ne sente parte, sembra di essere lì con loro, in attesa. A volte più che un libro sembra la sceneggiatura di un film, catastrofico, apocalittico. A tratti ricorda alcune scene di film come “La guerra dei Mondi”, “Terminator”, “Cloverfield”, soprattutto nei momenti in cui i protagonisti si sentono impotenti nei confronti di un nemico inesorabile che dà loro la caccia.


Il titolo del libro mi ha inizialmente tratto in inganno, perché mi aspettavo qualcosa di diverso, anche se a ben guardare la copertina (un’onda nera fatta da sagome di corvi) un indizio c’era. Molto diverso da ciò che leggo abitualmente e con uno stile molto diretto, il libro ha catturato subito la mia attenzione, incuriosendomi pagina dopo pagina.

Lo consiglio per chi ama il genere apocalittico, ma anche a chi ama i libri in generale. Ho dato una valutazione di 3,5 perché la storia del libro mi è piaciuta molto, è ben scritta, coinvolgente, ma a volte l’ho trovato faticoso da leggere, i capitoli sono un po’ lunghi e spesso descrivono due scene diverse in successione. Forse capitoli più corti magari con un titolo (tipo anche solo il nome del personaggio) l’avrebbero reso più scorrevole. Ma questa è solo la mia opinione. Magari l’autore con questo suo stile ha espresso meglio il suo pensiero. In ogni caso da leggere.

LINK ALLA RECENSIONE SU LEGGERE A COLORI
 

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