giovedì 13 agosto 2020

REVIEW PARTY: "Sesso, Hawaii e cliché" di Barbara Parodi

Titolo: Sesso, Hawaii e cliché
Autore: Barbara Parodi
Editore: ode edizioni
Prefazione a cura di Livia Sarti
Genere: chick-lit
Prezzo ebook: € 2.99
Prezzo cartaceo: € 12.99
Data pubblicazione: 30 luglio
Serie: no
Autoconclusivo: sì 

Trama: Se esistesse un incipit adatto a questa storia, parafrasandone uno famoso, sarebbe il seguente: 
È una verità universalmente riconosciuta che se nella casella della posta trovi una busta quadrata in carta spessa e di colore avorio qualcuno che ti conosce ti vuole male.
Tutto ha avuto inizio con quella dannata lettera, ma diamine! Se tornassi indietro l'aprirei ancora cento volte.

Biografia:
Barbara Parodi nasce a Milano nel 1983. Conseguita la laurea in Filosofia inizia a insegnare presso un istituto privato. Nel 2016 esordisce in self con il romanzo horror Segui le mosche che verrà ripubblicato nel 2019 con la casa editrice Dark Zone.
Nel Febbraio del 2020 assieme alla amica e collega Anna Russo decide di aprire la O.D.E. Edizioni: una piccola e dinamica casa editrice con tanto entusiasmo.
Proprio sotto il marchio O.D.E. pubblica la divertente commedia romantica Sesso, Hawaii e cliché.

RECENSIONE:

Buona serata a tutte, eccomi qui ad ora tarda a presentarvi una lettura che ben si adatta a questo periodo di ferie.

Barbara Parodi torna con un nuovo romanzo e con il suo “Sesso, Hawaii e Cliché” ci porta in uno dei luoghi più affascinanti e desiderati del mondo: le isole Hawaii, belle, selvagge…


È stata una lettura piacevole e divertente, con battute e dialoghi a doppio senso, ma è difficile fare la recensione senza fare spoiler, poiché anche svelare un piccolo dettaglio apparentemente insignificante come il lavoro della nostra Mina, la protagonista del libro, mi farebbe dire più di quanto vorrei.


So che vi starete chiedendo cosa faccia Mina di così tanto particolare, ma dato che intorno al suo mestiere ruota praticamente tutto il romanzo, è giusto che lo scopriate solo leggendolo.


Quindi andiamo ad analizzare il romanzo sotto un altro aspetto, e provando a fare una lettura professionale, scopriamo il libro a partire dalla copertina, per arrivare al testo, passando per il titolo.


Vediamo prima di tutto cosa ci comunica la copertina: una giovane donna che sta bevendo un cocktail, una sdraio da spiaggia, un salvagente, un frigo portatile, tutto fa pensare al mare, all’estate, alle vacanze. 


Possiamo quindi affermare che l’immagine scelta sintetizza in modo semplice e immediato il carattere del testo: ci fa capire subito che ci troviamo di fronte ad una commedia romantica, piuttosto che ad un romanzo storico, e che il destinatario di questo libro può essere un lettore che ama questo genere letterario, oppure che cerca una storia poco impegnativa da leggere sotto l’ombrellone.


Passiamo poi ad analizzare il titolo scelto, che assieme alla copertina costituisce un vero e proprio biglietto da visita: da questo elemento possiamo ricavare una serie di indicazioni sul genere, il contenuto, il destinatario, lo stile.


“Sesso, Hawaii e cliché” concentra in tre parole tutte queste informazioni: il genere rosa è palese, non potrebbe mai essere il titolo di un thriller o di un giallo.
Sappiamo cosa aspettarci leggendolo: il titolo è coerente con il contenuto, non scontenta il lettore che non rimane deluso tra le sue pagine.


Anche lo stile e il destinatario sono immediatamente riconoscibili: il lessico usato, diretto, schietto e moderno, ci fa capire di trovarci di fronte ad una storia leggera, di quelle che ci fanno compagnia, e unitamente alla copertina abbiamo la conferma di quale sia il lettore ideale.


Passando all’analisi del testo la faccenda si fa più complicata, non perché il libro sia scritto male o chissà cos’altro, ma perché si tratta di qualcosa che non può essere liquidato in poche righe… ma vediamo se riesco a spiegarmi.


La prima impressione, almeno per me è stata quella giusta: la storia narrata tutta dal punto di vista della protagonista è divertente, spassosa, dolce, ma offre anche qualche spunto di riflessione. Mai giudicare qualcuno per il lavoro che fa, mai fermarsi alle apparenze, in ogni situazione, e credere in se stesse, nelle proprie capacità, ma soprattutto volersi bene, sempre.


Lo stile, come dicevo già per il titolo, è semplice, diretto, schietto, a tratti appare anche ricercato, quando si tratta di descrivere l’isola, l’ambientazione… il tutto dà un ritmo veloce e sostenuto alla narrazione che scorre via senza intoppi ne punti morti. Alcuni refusi, piccolissime imperfezioni tipiche delle copie Arc diffuse ai blog non disturbano in nessun modo la lettura.


Cos’altro aggiungere a questo punto? 


Ci sarebbe molto da dire, magari descrivendovi i personaggi, che assieme alla protagonista Mina danno vita a questa storia, ma non lo farò, li dovrete scoprire prendendovi un po' di tempo per leggere il romanzo.


Una cosa però la aggiungo, e riguarda l’autrice, che con disinvoltura passa dall’horror al chick-lit regalandoci sempre letture piacevoli. 


Adesso devo sintetizzare il tutto in un voto che si condensa in un bel 4/5 stelle


Estratto:  
Uscii come se fossi un’appestata sentendo che il prurito era tornato. L’uomo che mi aspettava sorrideva cordiale.
«Cos’è successo?» mi chiese.
«Ehm… è possibile che io abbia usato una foglia per… E poi lei… Cioè si è gonfiata.»
Patetica. Ho fatto pipì, ho usato la foglia e la mia vagina si è gonfiata. Semplice, no? Il medico sembrò pensieroso.
«Dovrei dare un’occhiata» mi disse, tranquillo.
Certo. Allentai l’asciugamano e lo feci scivolare sul pavimento. Gli occhi erano fissi su una piccola crepa in alto a destra della parete.
«Sì, è una reazione allergica.»
Grazie al …
«Ma non ci sono piante che possono provocare questo» continuò, indicando la mia vagina, «in così poco tempo. È più probabile che lei sia allergica a qualcosa o forse un raro morso della nananana makaki’i» concluse.
«Nananana che?»
L’uomo sorrise.
«È un piccolo aracnide innocuo che fa il nido sotto le foglie. È possibile che sentitosi in pericolo l’abbia morsa e lei abbia sviluppato una reazione allergica.»
Ah.
Un aracnide.
Morso.
La mia patata.

 

Nessun commento:

Posta un commento