lunedì 30 agosto 2021

RECENSIONE: "Gods & Monster" di Saffron A. Kent

Titolo: Gods & Monster
Autore: Saffron A. Kent
Genere: Romance; NA; Contemporary
Traduzione: Camilla Barrichello
Cover: Angelice Graphics
Data Uscita: 23 febbraio 2021
Cover Reveal: giovedì 18 febbraio ore 15
 
Trama:
Lui era un artista. Lei era la sua musa.
Per tutti in città, Abel Adams era la progenie del diavolo, un ragazzo che non sarebbe mai dovuto nascere. Un mostro.
Per la dodicenne Evie Hart, era soltanto un ragazzo con capelli dorati, magliette morbide e una macchina fotografica. Un ragazzo che amava scattarle fotografie e portarle di nascosto cioccolatini, prima di cena. Un ragazzo che la faceva sentire speciale.
Nonostante gli avvertimenti della sua famiglia, Evie lo ha amato in segreto per sei anni. Si sono incontrati in aule vuote e si sono baciati nei ripostigli bui della chiesa.
Finché non hanno più potuto farlo.
Finché è giunto il momento di scegliere tra l’amore e la famiglia, ed Evie ha scelto Abel, perché il loro amore valeva quel rischio.
Il loro amore era leggendario.
 
Le leggende, però, raccontano di scelte, ma anche di errori. E per Abel ed Evie, l’artista e la musa, questi errori arriveranno sotto forma di luci, videocamere e sesso.
 
 
RECENSIONE

Buongiorno lettrici, il blog oggi riparte recuperando un po’ di recensioni arretrate.
Iniziamo con quella per il romanzo “Gods & Monsters” scritto da Saffron A. Kent e tradotto da Camilla Barrichello uscito quest’anno con la casa editrice Hope Edizioni che ringrazio per la copia e-book fornita. 

Gabriela lo ha letto per noi, vediamo che ne pensa.

Una rosa: è così che voglio definire questa storia. Un amore che inizia dando vita a un bocciolo, finché esso piano piano, non si trasforma in una affascinante rosa di colore rosso intenso. Come sappiamo però, questo fiore ha anche le spine, che anche se attenti, riescono sempre a ferirci. 

Tutto ha inizi in una città a dir poco convenzionale, dove tutti, conoscono tutti. 

All’incontro settimanale in chiesa, l’edificio più alto in assoluto in questo posto, non manca nessuna delle famiglie, tra cui c’è anche la famiglia della nostra protagonista, Evie. 

Evie è una ragazza di dodici anni, che adora mangiare la cioccolata prima di cena. Viene minacciata dalla madre (spesso crudele), che se continuerà ad abbuffarsi di  questo dolce afrodisiaco, i mostri prima o poi la prenderanno.  
 
Ma lei è di un’altra opinione, e pur di non rinunciare al suo dolce preferito, trasforma un piccolo gesto in un rituale: inizia a nasconderlo nella cassetta sull’albero, quella che suo padre costruì per lei.
«Cosi, quando avevo cinque anni ho deciso che se mai avessi incontrato un mostro gli avrei dato un pezzo della mia cioccolata e gli avrei detto di smetterla di cercare di essere spaventoso.»
Ed è cosi fino all’età di dodici anni, finché non incontra quello che per la città è un “abominio”, un ragazzo che per molti di loro non avrebbe mai dovuto nascere. 

Quanto fanno male i pregiudizi della gente? Lo sappiamo tutti ma lo sanno anche i nostri protagonisti.
Sono pregiudizi antichi si potrebbe dire, radicati nel tempo, e che fanno molto male all’anima.

Lo sa per certo il nuovo ragazzo, Abel. Gli fa male sentirsi giudicato per degli errori di cui lui non ha colpa. 

Gli occhi della gente lo seguono come avvoltoi: sarebbe voluto sparire ma non lo aveva fatto, resistendo per un’amicizia, tenuta nascosta a tutti quegli occhi che lo giudicano senza comprendere.
«Posso… essere tua amica?»
«Vuoi infrangere le tue regole. Per me? Il mostro della città?»
Lui ama la fotografia, adora stare dietro all’ apparecchio che lo fa sentire invisibile…
Ma l’amicizia assume una forma più intensa, si trasforma in un sentimento più profondo, facendogli provare delle sensazioni che due amici non dovrebbero avere.  
«N-noi non siamo solo amici, vero?»
Un amore che si intensifica con gli anni, un sentimento che porta la nostra Evie a scegliere tra i suoi genitori e il ragazzo che desidera con tutta sé stessa. 

Genitori che si scordano in un attimo l’amore per la loro “bambina”, rinunciando all’affetto di una figlia che cerca comunque la compressione da parte loro.
I suoi sentimenti sono corrisposti anche da Abel.
«Neanche Dio può strapparti via da me.»
Ma dentro Abel ha luogo una lotta interiore, più profonda di quello che avrebbe immaginato. La sua rabbia lo porta quasi a sentire solo la vendetta verso coloro che l’hanno giudicato cosi crudelmente senza neanche conoscerlo. 

Una vendetta che lo porterà a perdere la persona a cui tiene di più, lo porterà a non guardare più avanti ma dietro nel tempo, ricordargli tutti quei sguardi, tutti quei sussurri dove veniva chiamato spesso “bimbo mostro”.  

Riuscirà a lasciarsi alle spalle questo passato, riuscirà a riconquistare quella che per lui è la persona più importante della sua vita?
«Abbiamo perso del tutto il controllo e ora sappiamo cosa si prova. Capiamo che significhi essere arrabbiati. Capiamo che in futuro, se dovremmo fare una scelta, sapremo scegliere il perdono.»
A volte facciamo del male a noi stessi, pensando di ferire coloro che sono genitori, ma in realtà quel male ci si ritorce contro. 

Ed è così che Evie lo capirà alla fine: il male peggiore che potrebbe fare ai suoi genitori sarebbe quello di andare avanti con la sua vita, dimostrando che ce la possono fare grazie all’amore che li unisce, il rispetto e la fiducia nella loro relazione. 

La storia è arricchita anche dai vari personaggi secondari, costruiti in modo accattivante tanto da farmi desiderare di sapere di più anche su di loro. 

L’amica dell’infanzia di Evie, Sky è una ragazza impulsiva e piena di fuoco. Pronta a difendere la sua amica prendendo a calci anche quello che in questa città è definito il “il principe”, Duke. 

Non nego che spero in una storia tra loro due. 

La narrazione in prima persona è ben delineata, riuscendo a farmi entrare in empatia con lo stato d’animo di entrambi personaggi principali.  

Concludo la mia recensione con una frase che conosco da tantissimo tempo, e che mi ha aiutato a oltrepassare i miei pregiudizi.

“I pregiudizi, è ben noto, sono più difficili da sradicare dal cuore il cui terreno non è mai stato dissodato o fertilizzato dall’istruzione; essi crescono là, fermi come erbacce tra le rocce.”
CHARLOTTE BRONTË.

Romanzo promosso, 5/5 stelle meritatissime
                                                                     

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