giovedì 30 gennaio 2020

REVIEW PARTY: "I migliori anni" di Cinzia Giorgio

Un’appassionante saga familiare

In un’epoca di violenza ha inseguito i suoi sogni e lottato per i suoi sentimenti. La storia di una donna forte e del suo coraggio.
La storia, indimenticabile, di una famiglia.

Aprile 1975. A soli quarantotto anni, Matilde Carbiana sta per diventare nonna. Il nipote ha deciso di nascere proprio il giorno del suo compleanno. Eppure, quello che dovrebbe essere un momento di grande gioia pare turbarla. E il turbamento arriva da lontano…
Estate 1943. La cittadina di Venosa è occupata dai nazisti, che terrorizzano gli abitanti. Matilde, giovane e determinata, non ha intenzione di rimanere confinata nella provincia lucana: vuole convincere il padre, viceprefetto della cittadina, a lasciarla andare a Bari per completare gli studi. Fausto Carbiana accetta, ma a patto che la accompagni suo fratello Antonio. A Bari, nella pensione che li ospita, vivono altri studenti, tra cui Gregorio, un giovane medico. L’antipatia iniziale che Matilde nutre per lui si trasforma ben presto in un sentimento profondo. Ma la guerra e gli eventi avversi rischiano di separarli proprio quando hanno capito di non poter più fare a meno l’una dell’altro. Matilde si troverà suo malgrado di fronte a scelte più grandi di lei, che cambieranno per sempre la sua vita. E non soltanto la sua…

Le vicende di una famiglia nell’Italia del Novecento
L’incredibile storia di una donna che porta con sé il ricordo di un grande amore

RECENSIONE:
Matilde fissò lo sguardo sul riflesso del suo volto nella vetrina del bar che dava sulla strada. L’immagine si confuse con il ricordo della ragazzina che aveva coraggiosamente chiesto al padre, nel giorno di Ferragosto e con le sue cinque lire tra le dita, di andare a studiare a Bari assieme a Tonino. Quella ragazzina che ancora non sapeva di andare incontro al destino. Come avrebbe potuto? Lei che fino a qualche anno prima aveva creduto che non esistesse alcun destino, perché ognuno se lo costruiva da sé. Aiutati che Dio ti aiuta, le aveva sempre ripetuto sua nonna, e lei ne era stata fermamente convinta; bisognava saper contare sempre su sé stessi e avere fiducia nelle proprie capacità, solo così tutto sarebbe andato bene. La vita però l’avrebbe clamorosamente smentita. Ma soprattutto l’amore le avrebbe lasciato un marchio così doloroso e indelebile da stravolgere la sua intera esistenza. Era troppo giovane, all’epoca, per saperlo. Non aveva ancora conosciuto il ragazzo che avrebbe messo in discussione tutte le sue convinzioni, che le avrebbe dato quella pervasiva sensazione di vita che scorre nelle vene. Non aveva ancora conosciuto il suo più grande rimpianto. No, quando aveva deciso di andare a studiare a Bari, era sicura che ce l’avrebbe fatta da sola. Le lacrime inumidirono i suoi occhi chiari, ma non le lasciò uscire. La ragazza che era stata, ostinata e viziata prima di conoscere lui, meritava un sorriso in quel momento. Matilde, dopo anni, non era ancora capace di perdonarsi.
Buona serata a tutte, la storia che vi presento oggi è ambientata nei primi novecento ed è una delicata finestra sul nostro passato e sulla vita di una donna determinata e coraggiosa.
Il romanzo “I migliori anni” ci viene  presentato attraverso capitoli ambientati negli anni '70, con la protagonista Matilde ormai adulta, ed in attesa di diventare nonna, che ritorna con la mente al passato a quando era bambina e poi giovane ragazza, e quei capitoli ambientati tra il 1933 e il 1943 sono frutto dei suoi ricordi scaturiti da un particolare un odore, un pensiero.

Era turbata dall’affiorare dei ricordi. La assalivano all’improvviso. Bastava la scintilla di un particolare per far riemergere il magma sepolto a lungo in fondo al suo animo. Come in un film, vedeva le sequenze della sua vita scorrere davanti a sé in immagini nitide. Si domandò come mai. Eppure i frammenti della sua vita stavano affiorando in superficie come se avesse aperto un album di fotografie. Doveva essere l’idea di diventare nonna a soli quarantotto anni a farle quello strano effetto. Non trovava altre spiegazioni possibili.
L’autrice Cinzia Giorgio è una penna straordinaria oltre che una grande amica. Le sue parole ci portano indietro nel tempo, alla metà degli anni 30, in piena epoca fascista e man mano che la narrazione prosegue ci accompagna negli anni bui della guerra.
All’inizio conosciamo Matilde ancora bambina, ma con un carattere forte e già ben delineato. 

Ida e Paola si rivolsero uno sguardo sgomento. Matilde Carbiana aveva ottenuto ciò che voleva. Ida ebbe la forte impressione che quella bambina dal temperamento deciso fosse ben conscia del potere che esercitava sugli altri. Una bambina straordinaria, che però doveva ancora imparare a dosare gli eccessi del suo carattere impetuoso.
Andiamo con ordine e proviamo a conoscerla un po’ meglio.
Matilde è la più grande tra i suoi numerosi fratelli, ha sempre avuto un forte ascendente sul padre, viceprefetto in epoca fascista, a tal punto che anche la madre capitava che si rivolgesse a lei per ottenere qualcosa dal marito.
È una ragazza determinata sin da piccola, quando riceve le cinque lire, che porta sempre con sé come portafortuna, niente meno che dal braccio destro del duce.

Le tirò fuori per osservarle qualche istante, poi le ripose nuovamente nella tasca. Non era mai riuscita a spenderle. Come avrebbe potuto? Da quando il braccio destro del duce gliele aveva date, Matilde aveva immediatamente capito che le avrebbe sempre tenute con sé. Provava sentimenti contrastanti per quella monetina: da un lato le ricordava il regime che detestava, ma dall’altro era per lei il simbolo della sua ostinazione. Sorrise. Che bambina capricciosa e sciocca era stata.   
Molto matura per la sua età riesce ad ottenere il permesso di studiare lontano da casa assieme al fratello Antonio, nonostante i suoi sedici anni, senza dimenticare che i fatti narrati avvengono nel 1943 epoca in cui la donna solitamente doveva stare a casa e fare figli.
Suo padre troverà per entrambi la possibilità di alloggiare presso una signorina rispettabile rimasta da sola a gestire la grande casa dei genitori, e a causa delle ristrettezze della guerra decide di adibire alcune camere come dormitorio per gli studenti, prevalentemente maschi perché più probabile che studino fuori casa e perché preferisce evitare di avere sotto lo stesso tetto giovanotti e ragazze.
Per Matilde fra un’eccezione, allettata anche dalla possibilità di ricevere cibo fresco della campagna come pagamento della retta per l’alloggio. Sarà presso la signorina Zolesi che farà la conoscenza di Gregorio, un giovane laureando in medicina e che desterà la sua curiosità. Cosa ne sarà di loro alla fine? Matilde e Gregorio supereranno le difficoltà della guerra e troveranno un loro equilibrio?

Non vi resta che scoprirlo leggendo il romanzo che vi terrà incollate alle pagine che scorrono via una dopo l’altra.
La storia è narrata in terza persona, sia nelle sequenze descrittive che in quelle dialogate; a livello temporale il romanzo abbraccia quasi quarant’anni di storia della vita di Matilda, della sua famiglia e dei suoi amori; ambientato tra Venosa e Bari, i luoghi sono descritti in modo minuzioso e dettagliato senza risultare noioso.
Un romanzo appassionante, commovente, pieno di spunti di riflessione per quello che è stato il nostro passato e le condizioni delle famiglie che hanno traversato la guerra.
Leggendolo traspare tutta la grande professionalità dell’autrice, la sua preparazione ma anche l’amore, il grande affetto che la lega la sua famiglia. Il primo romanzo che leggo di Cinzia Giorgio, non posso fare altro che ringraziarla per quest’opportunità e non vedo l’ora di poter recuperare tutti i suoi precedenti lavori.
Voto 5/5

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