domenica 5 aprile 2020

REVIEW PARTY: "Terraferma" di Laura Vegliamore


Titolo: Terraferma
Autore: Laura Vegliamore
Editore: Dri Editore
Genere: Storico
Collana: Historical Romance
Pagine: 256
Data di uscita: 30 marzo 2020
Formati disponibili: ebook 2.99/ cartaceo 15,99 € circa

Ecco il link d'acquisto: https://amzn.to/2wxNmCT

Sinossi:

Un giovane dal passato misterioso. Una ragazza alla ricerca della verità. Un segreto da svelare.

Jude, figlio adottivo di Lord Wingfield, è un giovane cupo, strano e dannatamente introverso.
Dal giorno in cui è stato trovato sulla spiaggia, quasi in fin di vita, su di lui aleggia un fitto mistero che nessuno sembra in grado di risolvere.
In uno dei suoi giorni tutti uguali, il giovane si imbatte per caso in Olive, l'eccentrica figlia del dottor Liddle.
Come una mareggiata imprevista, il sentimento che nasce tra i due li sorprende e destabilizza nel profondo.
Un’altra tempesta, però, è in procinto di esplodere e il passato di Jude è pronto a riemergere stravolgendo ogni cosa.
La giovane Olive sarà abbastanza forte per salvarlo dalle onde e riportarlo sulla Terraferma?

L'autrice:
Laura Vegliamore è nata a Roma nel 1989.
Dopo essersi diplomata in recitazione all’Accademia Internazionale di Teatro si è trasferita a Parigi dove ha vissuto per tre anni, lavorando come agente museale alla reggia di Versailles. Appassionata di storia e luoghi antichi, lettrice devota fin dall’infanzia, ha sempre adorato scrivere e, una volta tornata in Italia, si è decisa a dedicarsi a questa passione anima e corpo.


 
RECENSIONE: 

E fu vita, fu incanto. Fu semplice e genuino e astruso e incomprensibile. Fu vero, potente. Uno squarcio di meraviglia che Olive non aveva mai osato sperare prima in vita sua.
Buon pomeriggio, domenica insolita per il blog che oggi partecipa al Review party organizzato da Dri Editore per la spettacolare penna di Laura Vegliamore, e il suo romanzo storico Terraferma. 

Ho un legame particolare con questa autrice, mi ha dato la fiducia come blog quando ho iniziato circa un anno fa e il suo precedente romanzo è stata una delle mie primissime recensioni, non potevo certo lasciarmi sfuggire l’occasione di leggerla in uno storico. 


C’è una magia, una delicatezza, una poesia immensa in mezzo a queste pagine; una grande maestria nell’uso delle parole, degli aggettivi usati per descrivere gli stati d’animo dei protagonisti e per le ambientazioni dove si svolgono gli eventi.
Laura ha saputo riportarci, con un linguaggio forbito e una scelta accurata dei termini e delle espressioni letterarie utilizzate all’epoca dei classici delle sorelle Bronte e di Jane Austen. 


C’è amore e passione tra Olive e Jude, puro, forte, si appartengono con una tale intensità che tutto il resto scompare. Non c’è volgarità tra le righe, nemmeno in quelle che descrivono il passato di Jude. 

L’acqua, la terra. Il vento e la folla.
Ogni secondo che il mondo aveva scavato, ogni filamento di vita, di ombra e di respiro. Tutte le onde del mare, i soffi crudeli della tempesta.
Ogni cosa svanì. Olive fu solo corpo nudo e caldo, pelle bianca e cuore in tormento.
Sangue che cercava Jude, che ne bramava il piacere dentro, che lo voleva addosso e in ogni sospiro. «Non farei nulla che possa arrecarvi dolore, Olive.» Annuì, sorrise.
Poi lasciò che lui la raggiungesse, che la toccasse davvero, finalmente. Che sconvolgesse tempo e spazio, distruggesse certezze e sfilacciasse pensieri e sogni.
Fu di un piacere crudele e insaziabile che si sentì morire, in quella soffitta in penombra, accarezzata dalla presenza delle tele, dalle paure di Jude che la guardavano.
Divenne donna e compromessa, distrusse la signorina Liddle, la sua praticità e il suo essere ferma. Divenne aria, si sentì vento. Era terraferma e divenne tempesta.
C’è una donna forte, Olive è rimasta orfana di madre alla nascita, lo stesso giorno in cui il mare restituisce Jude, il piccolo naufrago: un sottile legame che li unisce e che rischia di separarli 20 anni dopo. 

Il padre di Olive è il medico del villaggio, grande amico di Lord Wingfield il padre adottivo di Jude. Olive ha imparato da lui le basi della medicina, cure fatte con le piante; siamo nel 1866, la medicina come la conosciamo adesso è lontana, così com’è lontano per una donna avvicinarsi a tali pratiche.
Laura si fa scoprire anche questo aspetto, la diffidenza di chi non accetta una donna come medico, come se non fosse capace di imparare e soprattutto di curare. Per questo Olive è chiacchierata, considerata eccentrica per questa sua passione e poco “donna” perché non dedita al ricamo, alla musica, alla pittura. 


Siamo ben lontani da Londra, dai salotti dalle matrone ma non delle pettegole, dalle malelingue che hanno sempre da mettere bocca su tutto.
Il bersaglio delle loro chiacchiere e Jude, il suo passato, le sue origini fino ad arrivare a mettere in dubbio anche la buon’anima del vecchio conte.
Jude uomo tormentato, gli incubi, i ricordi del naufragio sono sempre lì a rendere insonni le sue notti. Sfugge il mondo, non ama le feste e balli, fa una vita solitaria, recluso fra le pareti di Wingfield Manor, l’unico modo per sottrarsi alla curiosità morbosa con cui lo circondano. 


E Olive, cos’è per lui? Una luce, un faro nella nebbia, e si… una terraferma, un porto sicuro per la sua anima.
Quando appare nella sua vita, scopre il mondo fuori non è così male, che non può più fare a meno di lei, così come Olive non riesce a resistere alla tentazione di andare alla serra della tenuta solo per trovare un suo messaggio. 

Il mare le tuonò dentro, si mischiò alla tempesta che aveva davanti, divenne uragano, follia e mondo. «Non riesco a tenere i pensieri lontani da voi.»
Non fatelo, avrebbe voluto gridare, mentre la propria mano saliva a bloccare quella di Jude, mentre il suo palmo sfiorava il dorso della sua, vi si adagiava, lo stringeva. «Siete terraferma, Olive.» Il tempo parve spezzarsi, l’universo cadere e sciogliersi. Poi le labbra di Jude si poggiarono su quelle di Olive, e per la prima volta nella sua vita lei capì di saper morire e rinascere. Jude la strinse, le prese il volto, sciolse le sue labbra e lasciò che le loro lingue si incontrassero, che il calore di quella tempesta deflagrasse, che avvampasse dentro Olive, la abitasse e le scuotesse il sangue e i battiti. E fu vita, fu incanto. Fu semplice e genuino e astruso e incomprensibile. Fu vero, potente. Uno squarcio di meraviglia che Olive non aveva mai osato sperare prima in vita sua.
Cosa dirvi ancora senza fare spoiler?  Ve ne raccomando caldamente la lettura, magari accompagnandola con una buona tazza di the, comodamente seduti sulla vostra poltrona preferita per gustarvi la storia parola per parola.
Non fate come me, l’ho divorata in due ore, rapita dalle pagine coinvolgenti e piene di fascino. 


Il romanzo è scritto Pov alterni, in terza persona: anche se di solito preferisco leggere storie scritte in prima persona, per il senso di empatia che si crea con i personaggi, in questo l’autrice è stata così brava, densa di dettagli e di aggettivi, che stato facile innamorarsi di Oliver e Jude, della forza della prima e della fragilità del secondo. Così come è facile immaginarsi nei luoghi, sulla scogliera con il mare in tempesta, insomma questo è un romanzo perfetto. 

Aveva bisogno di sentirla accanto, di sapere che continuava a esistere, a essere la cosa più bella che gli fosse accaduta. Rimasero a respirare quella vita per parecchio, prima che Jude si accorgesse di sorridere. Allora si voltò verso Olive, le cinse il volto tra le mani e sorrise di nuovo. «Siete terraferma, Olive» mormorò «Siete il mio scoglio immobile e gentile, la sponda salvifica sulla quale approdare.» Le diede un bacio, carezzò il volto con i polpastrelli. Commosso e felice l’abbracciò stretta. «Siete quanto di più bello abbia mai avuto il coraggio di sperare, siete un attimo eterno di salvezza, il calore del mondo che ancora voglio stringere. Siete vita, Olive. Siete mondo e calma, dolcezza e speranza.» Si allontanò appena, quel tanto che bastava per guardarla negli occhi e vederla emozionata e meravigliosa, bella e pura come niente lo era mai stato.
Non avevo dubbi quando accettato di partecipare al review che avrei avuto di fronte una lettura super. Non me ne vogliano le altre autrici, tutte bravissime, ma questo è uno dei romanzi storici migliori, letti finora: bello, coinvolgente, ben scritto e senza errori.
Una penna sublime capace di incatenare il lettore alle pagine.
Direi che il voto 5/5 è troppo poco.
Buona lettura a voi.

Nessun commento:

Posta un commento