mercoledì 1 aprile 2020

SEGNALAZIONE USCITA: "Avrei Voluto Dirtelo" di Alexandra Maio

Titolo: Avrei Voluto Dirtelo
Genere: Thriller psicologico
Autore: Alexandra Maio
Prezzo: €1,99 (In offerta a €0,99 per i primi giorni di pubblicazione.)
Data di uscita: 1 aprile 2020
Lunghezza: 211 pagine
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SINOSSI:  
Tre donne: una madre, due sorelle.
Il destino ha tessuto intorno a loro una rete da cui è impossibile liberarsene e che, come burattini incatenati, le costringe a recitare il crudele copione della vita.

Di ritorno dal lavoro, Ada vede una ragazza buttarsi da una finestra e cadere sul marciapiede davanti a sé. Presto scoprirà che il tempo si è fermato e che la giornata continuerà a ripetersi finché non riuscirà a salvare la ragazza.

Un romanzo d’intrighi, di passione e di follia.
Un viaggio attraverso i meandri nascosti del tempo e della psiche.

ESTRATTO:

La sagoma scavalca la ringhiera e si butta giù, il mantello svolazza nel buio mentre il corpo precipita tra le ombre e finisce per schiantarsi al suolo. All’impatto del corpo contro il marciapiede, balzo all’indietro. Non voglio credere ai miei occhi. Sono terrorizzata, sento il cuore battere a mille nel petto.
La guardo, guardo quel corpo caduto a pochi passi da me, ed è lì, è di nuovo lì, come ieri.
Non può essere vero. Sto sognando.
Eppure nella mia mente so che è tutto reale. Sono qui, il mio cuore batte forte, afferrato dal terrore. Ma non sono sola. Lei è lì. Si è buttata. La ragazza si è buttata. Un’altra volta.
Mi avvicino piano al corpo, mi piego in avanti e lo osservo. Un filo di sangue, rosso come le unghie smaltate del piede della ragazza, cola dalla sua testa e si riversa sul marciapiede. Con mano tremante tocco la sua spalla coperta dal chimono nero e avverto il tepore della pelle che trapassa il tessuto.
Sento le gambe cedere e mi accascio a terra.
Avevo creduto alla possibilità di uno scherzo televisivo di cattivo gusto, ora capisco invece l’assurdità delle mie supposizioni. La ragazza non è una controfigura intenta a farmi rivivere la scena del suo suicidio.
Si è buttata, rischiando la morte.
Tutto questo è illogico, irrazionale, impossibile.
Eppure mi sta capitando, davvero.

***

La terza sera, nel portarla a casa, lui la guardò da vicino e le accarezzò una guancia.
«Oggi non ti bacerò» disse.
Ada lo fissò sconfortata, senza comprendere il significato di quelle parole che le suonavano come un rifiuto. Aveva atteso quel bacio. La prima sera lui l’aveva baciata, e anche la seconda. Perché oggi no? In quei pochi giorni il bacio di George era diventato per lei la conclusione naturale della serata, un segno d’affetto che suggellava i loro incontri.
Abituata ad assecondare gli altri e non andare contro il volere altrui, Ada sentì che con lui, invece, sarebbe stata capace di contrastare la propria naturale tendenza ad accondiscendere e di esternare un pensiero che avrebbe potuto creare discordia o provocare un’azione avversa.
«Allora ti bacerò io» disse infine. Si avvicinò piano, posò la bocca su quella di George e poi si scostò.
Impassibile, lui perscrutò il suo viso e schiuse le labbra come se stesse per dire qualcosa. Poi sembrò cambiare idea, emettendo un breve sospiro.
«Buona notte» disse infine. Si voltò e si avviò alla macchina.
Ada restò in piedi, ferma a guardarlo. Prima di partire, lui si piegò all’interno della macchina e le fece un cenno con la mano. Ada avrebbe voluto sapere cosa lui stava per dire e in seguito aveva taciuto.
Quella sera, a letto, capì.
Lui stava per dirle che baciarlo era proprio quello che si aspettava da lei.

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