Titolo: Come ti spaccio il fidanzato (vol.1 della serie Love Match)
Autore: Fabiana Andreozzi e Sara Pratesi
Editore: Darcy Edizioni
Genere: contemporary romance, commedia romantica
Pagine: 400
Costo: 2,99€ - in offerta a 0.99€ in preorder e per primi giorni / 16€ cartaceo - disponibile su KU
Data d’uscita: 15 giugno
Autore: Fabiana Andreozzi e Sara Pratesi
Editore: Darcy Edizioni
Genere: contemporary romance, commedia romantica
Pagine: 400
Costo: 2,99€ - in offerta a 0.99€ in preorder e per primi giorni / 16€ cartaceo - disponibile su KU
Data d’uscita: 15 giugno
Trama:
Vittoria ha votato la sua vita alla carriera e al successo. Dylan è il suo sottoposto e il ruolo gli va alquanto stretto, convinto che la promozione della sua collega sia stata concessa sfruttando il suo corpo.
Lui odia lei... che a sua volta odia lui…
Ma se all'improvviso il nemico diventasse l'unica salvezza?
La vita di Vittoria viene resa impossibile dalla sua famiglia invadente e da una sfilza di bugie.
La sua unica via di scampo ha il nome di un uomo, Josh Harper, con cui deve convolare presto a nozze...
Peccato che questo uomo nella vita di Vittoria non esiste e lei ha meno di una settimana per procacciarsi un presunto fidanzato da spacciare alla sua famiglia.
E se alla fine l’unica àncora di salvataggio fosse racchiusa nel suo odiato sottoposto? Riusciranno a superare l’odio e a fingere di amarsi? E se a complicare la situazione comparisse qualche ex di troppo e una famiglia italiana casinista e rumorosa?
Soprattutto: può l'odio essere il nascondiglio dell'amore?
Sullo sfondo New York e Capalbio testimoni di un’esilarante commedia d’amore e d’odio!
Ogni libro è AUTOCONCLUSIVO
«Ho combinato un disastro, un fottutissimo
disastro!» piagnucolo mentre ho voglia di prendere a capocciate la vetrata del
salone. Dal trentesimo piano di questo grattacielo sembra un microcosmo di
formiche laboriose. Forse dovrei schiantarmi al suolo e togliermi questo
problema in un batter di ciglio.
«Sua grazia, la Regina della perfezione che
cosa avrebbe combinato?» chiede la voce divertita di Chloe alle mie spalle.
«Sicuro non puoi aver fatto flop al lavoro…»
aggiunge Jenny. Ormai sono anni che le conosco e non ho bisogno di guardarle in
viso per distinguere le loro voci. Ci conosciamo dai tempi del college e dopo
tanti anni, stranamente, siamo ancora amiche. A volte mi chiedo come possano
sopportarmi, visto che sono leggermente allergica ai legami.
Mi volto infastidita dai loro commenti. Il
lavoro è sacrosanto, non si tocca e sono sempre impeccabile, sciovinista,
perfetta.
«Figuriamoci è la donna del consegna sempre
prima della scadenza, della pianificazione, dell’organizzazione, dell’arraffare
i miglior clienti, del…» interviene Chloe ridacchiando, mentre io la fulmino
con lo sguardo. Mi fa strano ascoltarle parlare di me come se io non fossi qui
presente.
«Non si tratta di lavoro…» biascico risentita.
«E allora? Cosa c’è di tanto catastrofico?»
domanda Chloe.
«Perché le catastrofi solo al lavoro
capitano?» chiedo sempre più scettica. Lì per mia fortuna scorre tutto liscio e
naturale.
Chloe scuote la testa ricciuta. «Vicky, e me
lo chiedi? Io ho perso il conto dei lavori persi per le mie sbadataggini.»
Okay, forse Chloe non è proprio
l’interlocutrice perfetta. Combina un casino dietro l’altro mentre prepara i
suoi manicaretti. Sono una gioia per il palato ma lei, nonostante le
attenzioni, resta un rischio per qualsiasi cucina. Mi volto verso Jenny
speranzosa che possa comprendermi, aiutarmi.
«Cos’è, Jonathan ti perseguita dopo che gli
hai dato il benservito?» chiede lei.
«Jonathan…» biascico.
«Sì, quel fusto aitante, moro, occhi grigi.
Quello che ho beccato qui più di una volta. Bello come il peccato, lasciava ben
poco all’immaginazione quando girava per casa tua.»
«Jenny! L’hai ammirato bene!» esclamo
scioccata, pensando alla mia amica che fa la radiografia alla mia ultima
avventura senza senso.
«Si lasciava ammirare…» si difende Jenny
diventando rossa di colpo.
«Dovrò dirlo a Marc!» le intimo e, se
possibile, lei diventa ancora più paonazza balbettando un: «No, ma che c’entra…
non ho fatto nulla di male!»
«Dovremmo lasciarlo giudicare al tuo futuro marito!»
Chloe si intromette con quel sorriso birichino da folletto, mentre Jenny si
rabbuia e si chiude in se stessa.
«Comunque no, non è Jonathan e il suo perfetto
fondoschiena il mio disastro» sbuffo.
«Ti hanno incastrato in un matrimonio?»
Sorride divertita Chloe.
Sbianco pensando a quanto sia in qualche modo
vicina al tema che mi logora.
«Ma se è sola come una scarpa spaiata, chi
dovrebbe incastrarla?» domanda Jenny.
«E che ne so, magari si è fatto vivo qualche
alieno che vuole sposare miss Perfezione!» Chloe è ormai sdraiata sul divano e
non trattiene più le risate.
«Ma mi fate parlare? Ho un problema e non
riesco a prendere parte al discorso!» Alzo la voce per farmi ascoltare.
«È che quando si parla di sentimenti o legami
tocca tirarti fuori le parole con le pinzette. Io non sono un dentista.» Jenny
sorride e io sbuffo, lasciandomi scivolare sul divano.
«Siete voi che sembrate oche starnazzanti»
protesto.
«E tu perdi tempo e non vieni al sodo. Si sta
facendo notte e mi sta venendo il mal di testa. Odio pure gli enigmi!» continua
Chloe.
«Mi ha chiamato la mia famiglia…»
«Perché ti hanno combinato un matrimonio?»
domandano all’unisono le mie due amiche.
«Ancora?! Lasciatemi finire.» Lancio il mio
sguardo assassino nella loro direzione e si ammutoliscono all’istante. «Non mi
hanno combinato nessun matrimonio… devo solo tornare a casa.»
«Ah!» esclamano in coro lanciando un sospiro
di sollievo. «Chissà che credevamo che fosse. Ovvio che devi tornare a casa,
non ti vedono da un secolo.»
Sto perdendo le staffe, di nuovo che tirano le
loro conclusioni. Però in effetti non hanno tutti i torti, non vado a trovarli
da quasi due anni.
«E non dire che come al solito il lavoro ti
impedisce di prenderti una meritata vacanza» comincia Chloe. «Lo sappiamo che
sei insostituibile e unica, ma sei anche quella che consegna prima delle
scadenze e con pc, e-mail,
internet e Skype puoi essere ovunque e sempre presente.»
«Noooo, non ci siamo… non è questo il
problema!» strepito. Le mie amiche si fermano e mi osservano con due occhi
straniti.
«E allora qual è? Sarai anche un caterpillar
al lavoro, ma quando si tratta dei tuoi diventi un coniglietto» sussurra Jenny.
Sospiro per riprender fiato. Non è proprio
come mi stanno dipingendo loro. Non sono un coniglietto, è che i miei non ti
lasciano spazio per parlare, manovre di comunicazione.
«Devo andare per le nozze d’oro di nonna,
neanche più mi ricordavo che si era fatta così anziana. Accidenti!»
«Dov’è il problema? Stacchi la spina per una
settimana e vai a salutare la nonnina. Sopporti un po’ l’allegra e
confusionaria famiglia italiana e poi ritorni qui al tuo sobrio e anonimo
appartamento.»
«Grazie Jenny!» Amorevole proprio la sua
fredda e spietata rappresentazione della mia vita e dei miei cari lontani. Si
stringe nelle spalle e mi sorride appena. «Cioè, mi stai dicendo che il mio
spazio vitale è anonimo? Ma ti rendi conto?» Mi sento punta sul vivo, visto che
nell’Ideal Life mi occupo di ristrutturazione e designer di interni.
«Dai Vic, piantala!» si intromette Chloe.
«Piantarla? Ha offeso me e la mia
professione.»
«Sì, ma qui si parla di te e del tuo dramma
amletico. A me restano pochi minuti e poi devo attaccare al lavoro.»
«Sarebbe?» chiede Jenny incuriosita. Eravamo
rimaste all’ultimo licenziamento e alla disperazione da disoccupazione.
«Mmh niente di che,» risponde evasiva, «giusto
qualcosina per tirare avanti in attesa di guadagni migliori.»
«Ti vergogni di dirlo alle tue amiche?» indago
io.
«Non farai la squillo d’alto bordo» chiede
Jenny preoccupata.
Chloe scoppia a ridere. «Che fantasia! Allora
non racimolerei pochi spicci. Ma basta parlare di me, risolviamo il disastro
atomico di miss Perfezione!»
Sospiro di nuovo, con tutte le volte che ho
aperto bocca per prender fiato avrei potuto sollevare un aerostato. Mi sono persa,
non so più dove sono arrivata e cosa devo ancora raccontare.
Le mie amiche mi leggono negli occhi. «Vai
tranquilla, tanto non hai ancora raccontato nulla!» esclamano all’unisono.
«Niente ecco… in tutti questi anni ho
raccontato qualche esagerazione di troppo sulla mia vita privata, ma solo per
tenerli sereni. Non volevo noie e loro non vogliono sentir ragioni se parlo
solo e sempre di lavoro.»
«Il lavoro non è tutto!» sospira Jenny. «Come
li capisco i tuoi!»
«Sì, okay, forse non sono esattamente la figlia
tutta peace e love che si aspettavano. Al posto mio, Jenny, tu saresti stata
una figlia migliore. Ma non è che siamo fatti tutti con gli stampini e io ho bisogno di questa vita che mi sono creata qui a New York, la
confusione, il frastuono, il traffico, il tran-tran quotidiano, i locali
notturni, le follie, l’eccitazione del lavoro…»
«Sì, la conosciamo bene la tua vita, Vic! Vai
avanti!» mi interrompe Chloe.
«Beh, loro non capiscono questo… alla fine ho
dovuto dire che ero felicemente fidanzata e che molto presto mi sarei anche
sposata, non appena il lavoro mi avrebbe dato un po’ di respiro e avrei
consolidato la mia promozione.» Ecco, finalmente l’ho detto e mi sento quasi
libera di un peso, anche se non ho ancora una soluzione.
Chloe e Jenny mi guardano con due occhi che
sembrano quelli di un pesce palla. Un attimo dopo scoppiano a ridere, tenendosi
la pancia con le braccia.
«Tu felicemente fidanzata e prossima al
matrimonio?! Ahahahah! Cos’è, una barzelletta? Tu sei allergica a qualsiasi
legame troppo stretto, oltre che maniacalmente ossessiva e rompiscatole, come
vuoi che ti sopporti un fidanzato?» Chloe è partita in quarta e si sta
divertendo una cifra a bistrattarmi. Nelle sue parole c’è solo profonda
conoscenza della mia persona, non posso offendermi.
«È proprio questo il problema!» esclamo con
voce mesta.
D’improvviso si zittiscono e mi osservano
preoccupate.
«Ho una settimana per inventarmi qualcosa
prima di salire sull’aereo…» concludo per enfatizzare il dramma che mi sta
inceppando il cervello.
«Una settimana per trovarti qualcuno disposto
a fingersi un futuro marito?» chiede Chloe. «Dovrai pagarlo molto bene!»
«Sarei disposta a sborsare qualsiasi cifra, se
ci fosse un maschio degno da mostrare in famiglia.»
«Puoi dire che ti sei lasciata…» comincia
Jenny.
«Ma sei pazzaaaa!» urlo. «Così mi
presenterebbero tutto il vicinato per consolarmi. No, no, piuttosto devo
inventarmi qualche scusa per saltare queste nozze…»
«Non vorrai spezzare il cuore a tua nonna,
poverina!» mi rimprovera Jenny. No, in effetti, povera nonna, lei non merita
che io non sia presente al suo matrimonio solo perché sono stolta e stupida.
«Potrei dire che è andato in missione in
qualche luogo disperso dall’altra parte del globo…» comincio.
«Figuriamoci se ti credono… avrai raccontato
qualcosa…» si intromette Chloe.
«Potresti richiamare Jonathan. Uno come lui
non ti farà sfigurare e sono sicura che per soldi ti seguirà in capo al mondo.»
Storco la bocca. Jonathan è un bel ragazzo, ma
non lo vedo proprio come mio futuro finto consorte. «Non saprei, non abbiamo
mai parlato troppo io e lui… Non so neanche che fa nella vita.» È sempre così
silenzioso, uno che si dedica più ai fatti che ai discorsi.
«Al prossimo che incontri chiedi qualche
referenza in più!» ridacchia Chloe.
«Non siete per niente d’aiuto! Spremetevi le
meningi» le imploro.
«Potresti conoscere qualcuno su qualche chat…»
comincia Jenny titubante.
«Forse potresti cominciare uscendo questa sera
e vedendo di incontrare qualcuno da non infilare subito nel letto» prende la parola
Chloe.
«Ora? Ma no, domani ho una serie di riunioni e
devo anche finire il planning… non posso uscire.» Sono categorica, prima il
dovere poi il piacere, ma per forza in questo ordine.
«Allora non ti resta che chattare…»
Io chattare? Non lo facevo neanche a quindici
anni, mai avuto bisogno. «Jenny, devi aiutarmi! Tu non hai nulla da fare,
perché non selezioni qualche candidato dopo esserti fatta una chiacchierata?
Butti giù un curriculum vitae, organizzi un appuntamento e io mi presento. Mi
fido del tuo lato romantico e del tuo buongusto.» In fondo sul suo futuro
marito non posso eccepire nulla: è serio, assennato, affidabile. Uno come lui
potrei presentarlo in casa, sarebbe abbastanza ben assortito con me.
«Io? Ma che dico a Marc? Non posso farmi vedere
chattare con altri… ma poi che senso ha!»
«Dai, dai Jenny, solo tu mi puoi salvare.
Girami i curriculum domani al lavoro e ti dico subito con chi fissare
l’appuntamento. Dovrò incastrarli tra la pausa pranzo, il dopo lavoro, cena,
dopo cena. Non ho troppo tempo… Insomma, vorrei procacciarmi il tipo giusto
entro venerdì, devo avere il tempo di istruirlo.» Sì, ora mi sento decisamente
meglio. Vedo tutto chiaro, tutto perfettamente pianificato e organizzato. Ne
uscirò viva e indenne.
CONTINUA...
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