giovedì 12 marzo 2020

REVIEW PARTY: "Nata sotto il segno della sfiga" di Sarah Arenaccio

 
Autore: Sarah Arenaccio
EBook: 1.99 € Cartaceo pag. 186
Data di uscita: 5 febbraio 2020
Disponibile su Amazon - versione Kindle
Genere: chick-lit


SINOSSI:

Beatrice Bordin è una (quasi) trentatreenne romana, che non ha mai avuto una relazione sentimentale degna di questo nome. Il suo migliore amico, Anthony, cerca di spronarla a darsi una mossa; la classifica settimanale di Paolo Fox è, per loro, un momento irrinunciabile e si dà il caso che l’astrologo abbia previsto un nuovo anno favorevole al segno zodiacale di Beatrice, che si ritroverà a fare i conti con più di una novità. Nel giro di una giornata conosce, infatti, due uomini, Emiliano e Luca, molto diversi tra loro ma entrambi interessati a lei. Senza rendersene pienamente conto, Beatrice resta invischiata in un triangolo amoroso difficile da gestire. Dopo aver rovinato tutto con entrambi, è costretta ad affrontare la propria precarietà sentimentale, mentre la fede in Paolo Fox inizia a vacillare. Il pronostico dell’astrologo si è dimostrato fallace, e oltre a essere ancora single, Beatrice è sull’orlo del licenziamento per non aver consegnato il manoscritto a cui stava lavorando. Insomma, un disastro su tutti i fronti…

RECENSIONE:

Buon pomeriggio a tutte e benvenute sul blog.
Oggi vi presento una lettura leggera e spassosa, si tratta del romanzo di Sarah Arenaccio, “Nata sotto il segno della sfiga” edito dalla Collana Editoriale Literary Romance, e già uscito in self con il titolo “Dal vangelo secondo Paolo Fox”. 

Una storia divertente, dolce, romantica, con una protagonista pasticciona un po’ alla Bridget Jones.
Una madre invadente, una sorella amorevole, il miglior amico gay, quello che tutte noi dovremmo avere accanto e che sembra a volte la sua coscienza, poi gli uomini, due, che dopo anni di eredità sentimentale si contendono le sue attenzioni, mandandola in confusione.
Riuscirà Beatrice a sopravvivere alla sfiga?  Andiamo a scoprirlo. 


L’oroscopo, in particolare quello di Paolo Fox, è il filo conduttore del nostro romanzo, tanto che i capitoli in cui è suddiviso hanno ciascuno per titolo un segno zodiacale a rimarcare legame che Bea e Antony hanno con l’oroscopo, e a scandire il tempo che passa.


La storia è una boccata d’ossigeno in questi giorni tristi, in cui siamo costretti a casa, divertente, fresca, si legge tutto d’un fiato. Sapevo che con la penna di Sarah sarei andata sul sicuro. 

Mi piace molto il personaggio di Beatrice, una donna normale come tutte noi, con le sue ansie, le sue paure, le sue insicurezze, e perché no, anche con gli stessi problemi con la bilancia. Bello il rapporto con la sorella Bianca, con Anthony, il suo migliore amico così come quello col padre.
Ho trovato invece molto acido, il personaggio della signora Bordin, la madre di Bea, a tratti troppo aggressiva nei confronti della figlia, soprattutto quando cerco di metterla in imbarazzo o di gestire la sua vita. 


L’amore è l’unico cruccio nella sua quotidianità: Beatrice saprà tirare fuori le unghie e un po’ di fascino nascosto per conquistare la persona giusta per lei? Emiliano o Luca? Voi perché farete il tifo? 


Ho Apprezzato molto le tantissime citazioni dai film, dalle serie TV e dai libri: da Beautiful a Sex and the City, dal Diavolo veste Prada al Padrino, fino a Friend, al Trono di spade, così come a Piccole donne e Orgoglio e pregiudizio, fino all’Allieva, tutte azzeccate e citate con cura durante la narrazione. 


A proposto di narrazione, qui abbiamo quella classica, con Bea nel ruolo di narratore, tutta in prima persona così da permetterci di cogliere le sfumature del suo animo. Il punto forte della storia sono i dialoghi, divertenti, esilaranti, in pratica perfetti.


Cosa dirvi di più, questa storia vi terrà incollati alle pagine, una lettura piacevole e divertente ma che offre fra le righe qualche spunto di riflessione. Sono molto grata alla Casa Editrice per avermi permesso di leggere questo romanzo, fornendomi la copia ebook impeccabile, accurata e senza errori.
Voto 4/5 ampiamente meritato.


ESTRATTO:

«Oddio, mi sanguinano gli occhi: come diavolo ti sei vestita?» La domanda improvvisa e carica di disgusto mi riscuote dai miei pensieri. Lo ha notato finalmente! La fretta è cattiva consigliera e io andavo veramente di corsa quando ho abbinato la mia camicetta bianca delle grandi occasioni con quelli che credevo essere i pantaloni del completo acquistato da Zara in balìa di uno dei miei rarissimi cedimenti allo shopping compulsivo, ma che, purtroppo, a mente semilucida, si sono rivelati i pantaloni neri acetati della tuta dell’Adidas, comprata il primo anno delle superiori in via Sannio e ancora fieramente e dignitosamente qui tra noi. L’autentico dramma è che indosso anche il cappotto, ‒ un morbido e caldo paltò in lana grigia di Max Mara ‒ quindi, nel complesso, l’immagine che restituisco al mondo è quella di una scappata di casa. Molto probabilmente per un’Apocalisse zombie. Certamente non per mettermi in coda ai saldi di fine stagione. E non mi soffermerò sulle calzature da me scelte per questa occasione speciale, preferisco radunare le briciole di decenza che mi sono rimaste.

È il 12 gennaio, il mio trentatreesimo compleanno è infine giunto. Messa così sembra quasi una profezia nefasta e temo proprio che lo sia, perché è anche venerdì e non oso pensare ai progetti di Anthony per questa sera. Nelle ultime tre settimane non sono riuscita a scucirgli una parola che fosse una su ciò che ha in mente per la mia festa e sono alquanto preoccupata. Il punto è che è venerdì, siamo a Roma, e Anthony è gay: purtroppo non ci vuole molto a capire che intenzioni abbia, nonostante provi in tutti i modi a scacciare il pensiero distraendomi con altro. Il lavoro, per esempio. Lady Catherine de Bourgh, il mio perfido capo, mi ha imposto il confronto diretto con un autore, che si è lamentato delle mie correzioni sul suo manoscritto. Me lo immagino lì nel suo ufficio a frignare perché mi sono permessa di sostituire qualche abominevole errore di sintassi con la corrispondente forma corretta. Per alcuni di questi scribacchini da strapazzo la grammatica e l’ortografia sono un optional, purché si vedano pubblicati. Io preferisco di gran lunga lavorare nell’ombra per rendere giustizia alla nostra lingua: sono una specie di supereroina, un’Avenger dell’italiano scritto, Capitan Grammatica, la cui identità deve restare segreta. Purtroppo, con questo tizio non potrà rimanere tale, perché mi tocca incontrarlo per forza oggi pomeriggio.

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