giovedì 4 febbraio 2021

Review party: "Una Storia Buia" di Ivan Collura

Titolo: Una Storia Buia
Autore: Ivan Collura
Editore: ode edizioni
Genere: Narrativa, attenzione il testo contiene scene di violenza, abusi di droghe e bullismo
Pov: 3° persona
Prezzo ebook: € 2.99
Prezzo cartaceo: € 12.99
Data pubblicazione: 27 Gennaio
Pagine: 350
Serie: no
Autoconclusivo:

Sinossi: In una Sicilia che fa da splendido sfondo s’intrecciano le storie di vita di Tino Garozzo e Alfio Raciti. Due ragazzi diversi per carattere ed età, che vengono uniti da affetto e giri illegali.
Tino viene bullizzato per anni a causa di un brutto angioma violaceo sul viso e la sua corporatura al limite dell'obesità; sopporta soprusi, prese in giro e violenza.
Alfio ha una doppia personalità che lo porta spesso a commettere errori; è istintivo, vive per il suo Dojo e ama fare i soldi non curandosi dell'aspetto legale.
Le loro vite si intrecceranno a quelle di personaggi ugualmente complessi e che li porteranno a sviluppare il più grande giro di narcotraffico del Mediterraneo.
Una storia buia ci regala uno scorcio sulla vita degli anni Novanta, fra giovani, musica, droga e tecnologia.

Estratto:
Più gli anni passavano, più i ragazzini crescevano di pari passo con gli insulti su Agatino. In quinta elementare lo chiamavano Maschera di merda, soprannome inventato da Giulio il Cesare Chìsari. Questi ciondolava in giro sempre col cugino Alessandro il Magno e l'amico Nicola Napoleone.
“I bulli hanno sempre nomi fighi, mentre a me ne hanno dato uno proprio di merda!” si diceva Tino.
Alle scuole medie continuò a lievitare e, vista la sua passione per i cartoni animati giapponesi, il Cesare inventò il soprannome che tutti cominciarono a usare: Bozzinga, in onore di Mazinga Z.
Alla fine, perfino suo nonno aveva preso a chiamarlo così.
 
RECENSIONE:

Buon pomeriggio a tutti i lettori, il blog oggi partecipa al review party organizzato per la promozione del romanzo di Ivan Collura “Una storia buia” targato Ode Edizioni, che ringrazio per la copia ebook fornita.

Lo ha letto per voi la nostra Gabriela, venite a scoprire cosa ne pensa.

Questa che andrete a leggere è la mia opinione su una narrazione molto particolare e sulle emozioni che mi ha trasmesso: una storia accattivante scaturita dalla penna di Ivan Collura.

Siamo negli anni 90 in un comune siciliano di nome Giarre. Il romanzo ci racconta di come le vite di tre personaggi, Tino, Alfio, Diego, si incrocino e si fondano nonostante la differenza di età.
Musica, spaccio di droga e l’avanzare della tecnologia sono altrettanti temi che ci faranno compagna per tutta la durata della lettura. 
 
Agatino detto Tino, il protagonista, anche chiamato con il soprannome di Bozzinga, è nato con tantissimi capelli neri e con un angioma di colore violaceo sulla guancia sinistra, un “dono” della Befana essendo nato proprio quel giorno, difetto che poi aveva cercato di nascondere facendosi crescere la barba. 

Tino è un ragazzo molto intelligente, appassionato di tutto ciò che ha anche fare con la tecnologia, abilità che lo farà diventare un bravissimo hacker anche grazie agli insegnamenti del nonno. 

Viene cresciuto da quest’ultimo assieme alla moglie, mentre la mamma Agata, lavorando, era impegnata per la maggior parte del tempo; a cinque anni viene inscritto ad un collegio di suore, dove presto diventerà il primo della classe.
Agatino non ha un padre e invece di comprenderlo, la gente lo evitava come se fosse il cattivo della situazione, giudicandolo cosi per le decisioni prese dalla madre.
«In città in molti, genitori e figli compresi, erano a conoscenza che Agatino non aveva mai conosciuto suo padre a causa delle scelte prese dalla madre e, anziché prendersi pena per questo, la gente lo evitava come se avesse avuto la lebbra.»
Per la nonna di Tino invece era molto importante che il nipote portasse a casa un bel diploma.
«Il diploma lo devi prendere, poi quando andrai all’università, farai vedere a tutti quanto vali.»
Essendo una mente molto brillante non ha mai avuto problemi di studio, spendendo la maggior parte del tempo sui libri; Tino ha anche un’altra grande passione: mangiare, e questo aveva influito sulla sua crescita, donandogli la corporatura robusta che si era ritrovato.
Quello, unito all’angioma sul suo volto lo aveva reso il bersaglio perfetto per gli scherni.
«Quell’angioma sulla guancia sinistra, poi, non alleviava di certo i timori dei coetanei.»
Ma sappiamo anche che, chi è vittima del bullismo, diventa a sua volta un’anima combattuta tra il male e il bene, e Tino non sarà da meno, tutto quello che subisce si ripercuote sulla sua personalità, rendendolo schivo e solitario.

Almeno finché non conosce Alfio, fratello della sua migliore amica Caterina, quelle per cui aveva sempre avuto una cotta. Sperava in un futuro insieme a lei, ma il destino gli riserverà ben altro. 

Sarà proprio grazie ad Alfio che metterà a frutto le sue conoscenze tecnologiche per qualcosa di illecito, di soldi facili; a loro si aggiungerà Diego, un personaggio che contribuirà a rafforzare la rotta verso l’illegalità, oltre che a consolidare un sentimento forte come l’amicizia.

La famiglia per Tino è molto importante, ed è per questo che cerca di non deludere i tre componenti che ne costituiscono il nucleo.
Ma la famiglia per lui non è costituita solo da quelli che hanno il suo stesso sangue, ma ne considera membri anche gli altri personaggi Alfio e Diego che pian, piano imparerete a conoscere al meglio immergendovi nella lettura di questo libro. 

L’unica figura di riferimento è nonno Pippo, e anche se il loro inizio è stato molto travagliato, lui è la persona che gli insegnerà come modificare le PlayStation e masterizzare i giochi nel laboratorio di loro proprietà. Sarà colui che, unito alla sua curiosità verso il mondo dell’informatica, gli permetterà di essere un hacker. Questa sua capacità diventa per lui come un’arma virtuale, riuscendo ad hackerare cosi il computer dei suoi “nemici”. 

Ho adorato tutti i personaggi, ma quello che ho apprezzato di più è stato il misterioso Renè, e mi sono dispiaciuta per la sua intensa storia, mentre le descrizioni crude e realistiche di certi eventi mi hanno fatto venire la pelle d’oca. 

Non descriverò nessun paragrafo a proposito di questi accadimenti, perché vorrei lasciare a chi leggerà questa storia di poter sentire quello che ho provato io mentre i miei occhi scorrevano le parole scritte da Ivan. 

Tutte le descrizioni, iniziando dalle ambientazioni, i luoghi, i sentimenti sono stati così ben dettagliati che mi sono immedesimata in ognuna di queste azioni che hanno messo in evidenza il legame della famiglia, dell’amicizia ma anche quello della malavita.  
«Un giorno, mi piacerebbe diventare come l’Uomo Tigre: forte e coraggioso. Cosi potrò prendere a legnate tutti quelli che se la prendono con gli sfortunati come me!»
Questo era il pensiero di Agatino ma che non condivideva con nessuno. 

C’è sensibilità dietro a questo libro, tanto che ad un certo punto mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi, leggendo il racconto della nonna Angela.

Spero che chi lo leggerà, apprezzerà questo aspetto, immergendosi in questa storia, e proverà emozioni nello sfogliare le pagine, addentrandosi cosi in fatti tanto realistici da sembrare veramente accaduti.
Il mio giudizio è 4/5 stelle"

Biografia:
Ivan Collura, classe 1982, vive e lavora nell’entroterra siciliano, a Caltanissetta. Ha scoperto qualche anno fa l’amore per la lettura, principalmente di thriller e spy story, e nel suo bar, a parte leggere durante le pause, scrive anche quello che gli frulla per la testa; spesso prendendo spunto da fatti di cronaca realmente accaduti. “La maledizione di Haller” è il suo primo romanzo, poi, in attesa che uscisse con la ODE “Una storia buia”, ha scritto anche “Er gabbio”, un racconto breve auto-pubblicato in versione e-book.
                                                                                

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