giovedì 25 febbraio 2021

REVIEW PARTY: "La notte su di noi" di Alessia Litta


Titolo: La notte su di noi
Autore: Alessia Litta
Genere: Romance
Uscita: 24 febbraio 2021
Disponibilità: ebook e cartaceo su Amazon
Prezzo: ebook 1,99€ (prezzo lancio 0,99€)

Sinossi:
Quando Daphne arriva nella piccola città montana di Saint-Valloire, con tutte le intenzioni di cominciare una nuova vita, certo non si aspetta di ritrovarsi come vicino di casa l'arrogante e sexy Capitano di Polizia: Adrien Duval.
Le scintille sono immediate, i litigi all'ordine del giorno, mentre un'attrazione bruciante sembra consumare entrambi.
Quando poi scopre che di Duval ce ne sono addirittura tre - tre fratelli capaci di far girare la testa a ogni donna - Daphne comincia a temere che quel trasferimento non sia stato per niente una buona idea.
Eppure non ha scelta. Saint-Valloire potrebbe essere l'unico posto in cui sentirsi al sicuro, e l'unico in cui nascondersi dall'uomo che le dà la caccia.
 
RECENSIONE:
Buon pomeriggio, eccomi con la seconda recensione della giornata, dedicata questa volta al romanzo di Alessia Litta “La notte su di noi”. Ringrazio l’autrice per la copia ebook fornita.

Avevo già letto, prima di aprire il blog, qualche romanzo di Alessia e sono stata molto contenta di essere coinvolta e di ritrovare il suo stile ricco di suspence e allo stesso tempo di romanticismo.

La coppia protagonista è formata dal bel Capitano di Polizia, Adrien Duval e da un’aspirante pittrice, Daphne Mouriel, entrambi con motivo per ritrovarsi a Saint-Valloire vicini di casa: lui ha qualcosa da dimenticare mentre lei ha solo bisogno di nascondersi e di recuperare la sua vita.

Adrien lascia Marsilia e torna tra le montagne dove è nato e cresciuto, dove il fratello Raoul gestisce il pub del paese e dove l’altro fratello Luc gestisce una palestra.
L’arrivo di Daphne nella villetta che una volta era abitata dalla zia Louise, sconvolge la sua vita, in tutti i sensi.

La sua diffidenza nei confronti delle donne ha radici lontane, e le cicatrici che gli eventi hanno lascito sono difficili da cancellare.
Per questo non sopporta l’idea di avere una donna per vicina di casa, tanto più che Daphne non fa nulla per piacergli, anzi si irritano a vicenda… ma poi non possono fare a meno di cercarsi…

Daphne ha un passato da nascondere, qualcosa di cui non ha che ricordi nebulosi: integrarsi in paese sarà più facile del previsto, ma tenere un profilo basso, quello no, non da quando la sua strada ha incrociato quella di Adrien.

Riuscirà a fidarsi di lui? A lasciar emergere la vera se?
Ed Adrien tornerà a fidarsi di una donna? E a vedere oltre l’apparenza?

C’è un passato che li lega, un episodio che entrambi hanno rimosso…

Intorno alla protagonista gira un alone di mistero, la sua vita di prima, cosa l’ha spinta a cercare pace e tranquillità tra le montagne, sono elementi che incuriosiscono il lettore tenendolo incollato alle pagine.

Devo ammettere che ho fatto le ore piccole per finirlo, ero curiosa di scoprire cosa si nascondeva, anzi, chi si nascondeva dietro a tutto e sinceramente Alessia è stata brava a svelare le sue carte poco alla volta.

La narrazione è a Pov alterni, e pur essendo raccontato in terza persona, si riescono a percepire le emozioni e le paure di entrambi, soprattutto grazie i dialoghi, che sono una parte fondamentale del testo.

Ho apprezzato come sempre le ambientazioni, le sue montagne, il lago sempre presente come un elemento rassicurante, anche se la nostra protagonista è di tutt’altro avviso, ma lo capirete strada facendo.

Farete la conoscenza di un bel po’ di personaggi, primi fra tutti i fratelli Duval, Luc e Raoul, di Greta, l’amica fidata di Daphne, di Julia, la proprietaria del negozio di colori, e poi Chloé, il sindaco, i colleghi di Adrien… insomma un bel gruppetto di attori che contribuiscono alla riuscita della storia.

Sicuramente sentiremo ancora parlare di loro, dei fratelli Duval, quindi tenetevi pronte a tornare a Saint-Valloire.
Romanzo promosso 4,5/5 stelle

Biografia:
Alessia Litta nasce a Roma. Nel 2006 si trasferisce in Germania e alla fine del 2008 nel sud della Francia, dove vive tuttora.
Oltre alla scrittura e alla lettura, ha la passione per la fotografia e la pittura. Le piace camminare nella natura e, se potesse, riempirebbe la propria casa di cani e gatti.
Come autrice self ha pubblicato “Vento di Kornog”, “Il Sussurro del Lago”, “Così come sei”, “Vite sospese”, "Il Respiro del Tempo".

ESTRATTI
Quando lui alzò una mano a sfiorarle il viso, lei pensò davvero che non ce l'avrebbe fatta.
Come poteva, si chiese. Come poteva toccarla con una delicatezza simile e mostrare l'inferno negli occhi?

Lo guardò, lui dritto nella sala, le spalle ampie, l’espressione imperscrutabile. E non poté fare a meno di chiedersi a come sarebbe stato sfiorare quelle labbra piene e severe. Nonostante i continui litigi, la tensione e l'elettricità che sempre si accendeva ogni volta che si vedevano.
Adrien Duval puntò gli occhi su di lei e per un momento Daphne ebbe la sensazione che fossero rimasti soli. C'erano solo il ghiaccio di quelle iridi che la fissavano, la sua figura statuaria al centro della sala. E lei. Lei in attesa. Lei col cuore che batteva troppo veloce nel petto.

Era uno stronzo bastardo. E lei era un’idiota. Un’idiota che desiderava un uomo che continuava a rifiutarla.
Aveva voglia di piangere. Piangere e gridare. Il petto le faceva tanto male, che si chiese perché dovesse soffrire così tanto. Quando quell’uomo era diventato così importante per lei? Quando l’astio e la diffidenza si erano trasformati in quell’attrazione bruciante che sembrava consumare tutto?

Avrebbe voluto chiedergli cosa ci facesse lì, invece restò rigida davanti a lui.
«Ci sei solo tu su questa collina» disse gelida. «Dovrei avere paura di te?»
Lui si avvicinò a piedi nudi sul parquet, sul viso una tensione che avrebbe dovuto spaventarla e che invece l’attirava come un vortice.
«Forse» rispose ormai a mezzo metro da lei. «Non hai paura di me, Daphne?»
Lei fece per indietreggiare, ma avvertì il banco dietro di sé e dovette appoggiarvi le mani sopra. Quell’uomo la rendeva di gelatina, dannazione.
«Paura di te, Capitano? No» disse con una nota di derisione. «Mi fanno paura i tuoi insulti, il tuo disprezzo. Ma non ho mai avuto paura di te.»
 
                                                                       

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