sabato 10 aprile 2021

REVIEW PARTY: "Le campane di San Pietroburgo" di Jessica Marchionne

TITOLO: Le campane di San Pietroburgo
AUTORE: Jessica Marchionne
EDITORE: Words Edizioni
GENERE: Fantasy storico
FORMATO: Ebook (2,99) - Cartaceo (12,90)

RELEASE DATE: 18.01.2021

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Un intreccio sorprendente di storia e fantasia sullo sfondo della Russia di Lenin, Stalin e della fierezza imperiale dei Romanov.

TRAMA

Viktor è solo un bambino quando riceve in dono dal fratello Ivan un diario, a suo dire, capace di realizzare tutto quello che vi viene scritto: è così che esprime il desiderio di diventare Zar. Ma la sua vita, nel pieno della prima grande guerra, è destinata a essere stravolta: viene venduto dal padre a uno strano uomo di nome Gavril, segnato dalla perdita di moglie e figli. Di loro gli resta solo un orologio fermo, che all’improvviso riprende a ticchettare con l'arrivo di Viktor. Quando Palazzo d’Inverno viene attaccato, però, tutto sembra perduto ancora una volta. Anni dopo, Viktor incontrerà Anastasia Romanov, e insieme a lei, dopo essere diventato Zar, riconquisterà la città fino all’avvento di Stalin. Ma ecco che, quando le campane di San Pietroburgo risuoneranno, il diario rivelerà ancora una volta la sua magia. E cosa ne sarà di Gavril, legato a quell’orologio che segna il tempo in bilico tra la vita e la morte?

L’AUTRICE
Jessica Marchionne è nata a Sezze nel 1991. È laureata in ‘Editoria e scrittura’ e ha continuato a frequentare corsi e tirocini anche dopo gli studi nella speranza di trasformare la sua passione in lavoro. Legge da sempre qualsiasi genere anche se predilige il fantasy e lo storico. Ha un blog ‘Luce sui libri’ dove recensisce libri di autori emergenti e dispensa ogni tanto qualche consiglio. Ama i videogiochi, gli animali e pensa che l’autunno sia la stagione che meglio le si addice.
Le campane di San Pietroburgo edito da Words Edizioni è il suo romanzo d’esordio.


ESTRATTO
L’orologio da poco comprato al figlio era quasi distrutto nel suo palmo: il disegno della rosa incrinato, la gabbia dorata mancante di pezzi, non si sentiva nessun ticchettio, era rotto in maniera irreparabile.
«Aprilo, coraggio» lo invitò Maksim con una voce fintamente squisita. Come se stesse cercando di invogliare un bambino demotivato.
Le sue dita tremarono troppo e non riuscì a schiuderlo al primo tentativo. Non era solo per la lana del guanto che scivolava sopra il piccolo oggetto mezzo distrutto, non riusciva davvero a controllare quel tremolio spastico.
Quando riuscì ad aprirlo, guardò il vetro completamente scheggiato, lì dove le lancette si erano fermate alle 12:30 esatte. 
 
RECENSIONE:
Buon giorno a tutte, quando è uscito questo romanzo qualche mese fa, edito dalla Words Edizioni, non avevo avuto date libere per partecipare all’evento.

Sono contenta quindi di questo secondo giro di recensioni che ci ha permesso di recuperare la lettura del libro di Jessica Marchionne, “Le campane di San Pietroburgo”, lettura di cui si è occupata Gabriela.

Vediamo cosa ne pensa e andiamo a leggere le sue impressioni.

Quando ho iniziato a leggere questa storia non avrei creduto anche di viverla. 

Mentre nella prima parte di questo libro, si parla di un bambino solitario amante dei libri, nella seconda parte si ha la possibilità di conoscere il punto di vista di Gavril.

L’infanzia di Viktor è cosparsa dal dolore, non è amato dalla propria famiglia se non fosse per l’unico fratello che riesce a fargli vivere la magia attraverso la scrittura, regalandogli un diario. 

Diario usato da Viktor per descrivere le sue giornate, ma non come erano in realtà, lui scriveva quello che avrebbe voluto vivere, come avrebbe desiderato la sua vita. 

Tutto quello che scriveva erano desideri, trasformava il suo compleanno in una grande festa in suo onore, quando nella realtà non aveva ricevuto nemmeno un “augurio” da nessuno dei suoi familiari.  

Ivan è l’unico della famiglia che riesce ad mostrare un po’ d’amore verso questo bambino infelice e desideroso di ricevere dal padre almeno un sorriso. Regalandogli questo diario ha portato un po’ di luce nelle sue oscure giornate. 

«Semmai un giorno ti sentirai triste, invece di guardare solo fuori dalla finestra, potrai redigere la tua storia. Questo diario però accetta solo racconti belli, e se non scriverai niente di brutto, anche la realtà non sarà tale».
 
La storia è ambientata in uno dei periodi più controversi della storia, all’epoca di Lenin e dei Romanov. 

Ma cosa succede quando sopraggiunge il tradimento dell’unica persona che pensi che ti ami?

Anche se la sua famiglia non dimostrava un briciolo di affetto nei suoi confronti, era contento trascorrere la sua vita immerso nei libri, che riuscivano a trasportalo lontano dalla realtà. 

Tutto questo si interrompe quando viene venduto ad uno sconosciuto. Il tradimento lo porta a non credere più nella magia, tanto che smette di scrivere nel diario, convinto che non abbia più senso. 

In un momento inaspettato, incontra un ragazzo che cambierà la sua opinione sulla magia portandolo crederci di nuovo. 

Le rose da sempre il simbolo d’amore eterno, salvano la quotidianità di Viktor nel momento in cui gliene viene data una. La magia fa ritorno nella vita di questo ragazzo solitario, ma non solo nascerà, un’amicizia così forte finché tutto non finisce esattamente come è inizio: all’improvviso. 

La storia di Gavril invece è sofferta. Perdendo la sua famiglia, la sua esistenza trascorre lentamente. 

Il ricordo di Elga riaffiora ogni volta che il suo sguardo si posa su quella camicia che gli stava stretta ed ogni volta faceva saltare lo stesso bottone che veniva riparato sempre. 

«Non era riuscito però a buttare via quella camicia troppo stretta, che in passato aveva insistito nel voler indossare saltasse un buttone.»
 
Il ricordo, il silenzio di tutto quello che aveva e che poi aveva perso gli straziava l’anima. 
Tutto cambia nel momento in cui riceve una lettera di un suo collega che non vedeva da dieci anni. Una proposta che cambierà la sua vita ma anche quella di Viktor. 

E una sera, mentre Gavril stava prendendo sonno, un orologio, l’unico rimasto in quella casa, iniziò a ticchettare dopo tantissimo tempo. Era l’orologio che suo figlio regalò ad Edgar prima che venisse ucciso.  

«Inizialmente non volle crederci, pensando che fosse soltanto un’allucinazione, ma più provava a eclissarsi da quel rumore soffocato e più lo sentiva.»
 
È una follia credere che si possa tornare nel tempo? 

«Un’ora. Concedimi soltanto un’ora…portami un’ora indietro…»
 
Mi sono emozionata mentre leggevo questa frase.  La speranza che Gavril prova in quel momento, chiedendo un pizzico di quella magia che ha accompagnato questo libro, anzi dovrei queste due storie meravigliose, per tutte le sue pagine.   

Mi aspettavo un finale strepitoso, e non ne sono rimasta assolutamente delusa. 

L’ambientazione è quello che mi ha colpito di più, il modo in cui le descrizioni hanno contribuito a trascinare la mia immaginazione in quel luogo freddo ma nello stesso tempo affascinante. 

I personaggi sono costruiti magnificamente, ogni sfumatura di ciascuno di loro, incluso il ragazzo delle rose, riesce a trasmettere gli stati d’animo, le emozioni che provano…

Sembrerò ripetitiva ma questo libro mi ha trasmesso così tante emozioni, e quel pizzico di fantasy che si mescola in questa trama ha dato una forma particolare ad una storia non facile da raccontare. 

La narrazione è riuscita a trasportarmi in ogni momento, ad ogni passo e sofferenza dei protagonisti.

Ho adorato tantissimo anche l’inserimento del personaggio di Anastasia Romanov, così come è apparsa in questa storia. 

A questo punto mi fermo, ringrazio l’autrice di avermi dato la possibilità di conoscere la magia di questa storia. E la Words Edizioni per la copia ebook fornita.

Romanzo pienamente promosso, 5/5 stelle meritatissime.
                                                                         

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